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Un’altra marea nera: la piu’ grave dal 2000. Stavolta e’ Shell nei guai

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New York – La Royal Dutch Shell, uno dei principali attori mondiali nel comparto del petrolio e del gas naturale, ha detto che un oleodotto danneggiato di sua proprietà nel Mare del Nord continua a perdere petrolio anche oggi. Si ritiene si tratti della fuoriuscita più grave dal 2000.

La società non è stata in grado di fornire una stima della tempistica delle riparazioni.

Shell ha detto che circa 215 tonnellate di petrolio, l’equivalente di 1.300 barili, si sono riversate nel Mare del Nord in una “perdita significativa”. Il tasso di dispersione si è ridotto oggi a circa 5 barili al giorno, ma la falla non e’ ancora stata riparata.

“Quello che capisco è che ieri (la macchia di petrolio visibile) era di mezzo chilometro quadrato … ed è stata ridotta nella notte”, ha detto a Reuters un portavoce.

Dalla scorsa settimana, la compagnia petrolifera è al lavoro per ridurre una perdita di petrolio in una delle sue piattaforme nella parte centrale del Mare del Nord, a circa 180 chilometri di distanza dalla città costiera di Aberdeen, in Regno Unito.

Una tubazione della piattaforma Gannet Alpha si è danneggiata e una crepa ha portato alla fuoriuscita di almeno 1.300 barili di petrolio, pari a circa 200.000 litri.

La quantita’ e’ contenuta se confrontata con i danni causati nel Golfo del Messico in seguito all’esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon della BP lo scorso anno, che aveva portato alla fuoriuscita di 70.000 barili di petrolio al giorno, ma le associazioni ambientaliste sono comunque preoccupate per le conseguenze che il petrolio potrebbe avere sulle specie marine che vivono nel Mare del Nord.