Economia

UE, verso fisco unico per le imprese: obiettivo +1,2% di Pil

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Riprende piede in Europa l’idea di apportare un taglio importante del carico fiscale che pesa sulle imprese. In passato una simile misura è stata bloccata da diversi governi, non disposti a perdere sovranità in materia fiscale. Ora l’obiettivo dell’Unione Europea è quello di avviare un nuovo progetto legislativo per una base imponibile unica obbligatoria per le aziende con almeno 750 milioni di fatturato.

La Commissione Europea, che ha appena approvato un pacchetto che prevede deduzioni particolarmente alte per chi investe in Ricerca e Sviluppo, stima che il progetto finirà per rafforzare la crescita del Pil europeo dell’1,2%. Bruxelles non vuole più che si ripetano i casi di evasione fiscale di multinazionali come Apple.

Le piccole e medie imprese potranno avvalersi della base imponibile unica solo se lo riterranno vantaggioso. Il commissario agli Affari Economici dell’Ue, Pierre Moscovici, ha parlato dei benefici che si potrebbero ottenere con un regime fiscale uniforme in tutta Europa.

“Stiamo proponendo uno schema che simultaneamente possa sostenere l’attività, attirare gli investitori, promuovere la crescita, e bloccare la grande elusione fiscale” delle aziende straniere.

Per risolvere il nodo riguardante la perdita di sovranità degli stati membri, a cui i governi non sono pronti a rinunciare facilmente, specie in materia fiscale, la Commissione Europea ha intenzione di lasciare che siano i singoli paesi a imporre aliquote come meglio credono. L’iniziativa rappresenta solo il primo passo di un lungo processo verso l’armonizzazione fiscale in Europa. Ma per procedere, c’è bisogno dell’approvazione dei governi.

Quando nel 2011 un simile progetto venne bocciato la proposta prevedeva che le imprese compensassero le perdite subite in un determinato Stato con i profitti registrati in un’altra nazione. Questo aspetto controverso verrà affrontato in un secondo momento, ma la speranza è quella di arrivare all’abolizione delle scappatoie fiscali che hanno permesso alle multinazionali di trasferire gli utili da una divisione all’altra.

L’impressione è che con l’armonizzazione del fisco proposta, le autorità europee cerchino di mettere al centro gli interessi dei governi e delle singole economie stavolta, e non quelli delle imprese più grandi. Quanto alle aziende più piccole, Roberto Gualtieri, presidente dei socialisti presso la Commissione Affari Monetari del Parlamento europeo, ha sottolineato come sarebbe opportuno abbassare la soglia dei 750 milioni di euro di ricavi e come il consolidamento del fatturato debba diventare “una parte integrante della legislazione”.