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UBS: PER QUANTO SALVATA DAL GOVERNO SVIZZERO, SPROFONDA

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Il colosso finanziario svizzero Ubs – salvato in extremis dal fallimento lo scorso ottobre con un maxi-investimento di $60 miliardi da parte del governo svizzero – si prepara a tagliare altri 8,700 posti, mentre preannuncia perdite per 2 miliardi di franchi svizzeri (1,74 miliardi di dollari) nel primo trimestre. Lo fa sapere il nuovo amministratore delegato Oswald Gruebel, il quale ricorda che i risultati del primo trimestre arrivano sulla scia di 3,9 miliardi di franchi svizzeri di perdite legate agli asset illiquidi e a 23 miliardi di franchi svizzeri di fuoriuscite dal wealth management.

Inoltre Gruebel rivela che Ubs intende portare i suoi addetti a 67.500 nel 2010 dai 76.200 della fine di marzo. Ubs ha già effettuato svalutazioni per 50 miliardi dio dollari e a dalla metà del 2007 ha tagliati 11 mila posti di lavoro.

«La via del ritorno al successo sarà lunga e non dobbiamo aspettarci soluzioni a breve termine; dobbiamo invece, passo per passo, affrontare il futuro in modo realistico, coerente e disciplinato», ha detto il nuovo presidente della direzione Oswald Grübel. Le perdite registrate nei primi tre mesi sono state causate anche dagli accantonamenti per i rischi di credito e dagli adeguamenti dei prezzi per le ultime posizioni che sono state trasferite alla Banca nazionale svizzera, ha indicato l’istituto di credito in una nota diffusa prima dell’assemblea generale che si tiene oggi a Zurigo.

La banca ha inoltre comunicato che abbandonerà le attività non promettenti e ad alto rischio. Per le persone che non avranno più un lavoro è previsto un piano sociale, ha affermato UBS aggiungendo che la riduzione di posti di lavoro è «purtroppo inevitabile». Lo scorso anno l’istituto di credito aveva già soppresso 1500 impieghi in Svizzera.