Per il momento, la Svizzera non prevede di appurare le responsabilità di ex dirigenti dell’UBS, come Marcel Ospel, che hanno portato l’istituto bancario alla crisi e al quasi fallimento l’anno scorso.
Il ministro delle finanze elvetico Hans-Rudolf Merz ha detto d’avere una certa comprensione per la richiesta presentata da una consigliera nazionale di invitare lo Stato o le sue istituzioni ad agire con un’inchiesta della Confederazione. Tuttavia – ha precisato – la Svizzera non ha subito danni diretti e non può dunque far valere perdite davanti a un’istanza giudiziaria.
Hans-Rudolf Merz non ha poi voluto commentare le minacce proferite dal “numero uno” di UBS, Oswald Grübel, in merito a un possibile trasferimento all’estero della sede UBS in caso di inasprimento delle regole di sorveglianza bancaria. Il malandato colosso bancario elvetico ha comunque già assicurato pubblicamente che non intende lasciare la Svizzera. Visto l’aiuto dato dalla Confederazione durante la crisi, con un salvataggio costato oltre 60 miliardi di dollari per evitare il collasso, il Consiglio federale riterrebbe “fuori luogo” una minaccia in questo senso.
Fonte: TicinoOnline