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UBS, DEUTSCHE BANK E MERRILL: ANCHE LORO COME GOLDMAN? LA SEC INDAGA

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Dopo aver turbato i mercati finanziari di mezzo mondo, con perdite pesanti da Shanghai (-4%) a Milano (-0,99), l’onda dello scandalo Goldman Sachs si è smorzata ieri poco prima di sommergere Wall Street. Risultato: il Dow Jones a fine giornata ha guadagnato e persino i titoli della Goldman hanno ottenuto un +1,5%.

A questa “tenuta” della Borsa americana hanno contribuito gli ottimi risultati trimestrali del Citigroup (4,4 miliardi di dollari di utili: a conferma della ripresa del settore bancario) e i dati del superindice economico, cresciuto il mese scorso del 1,4%.

Ma il vero motivo della reazione composta di Wall Street – spiegano gli analisti – è la convinzione sempre più diffusa tra gli investitori che la vicenda giudiziaria della Goldman Sachs sia destinata ad afflosciarsi, nonostante la discesa in campo di Barack Obama che andrà a Wall Street per sostenere la sua riforma contro gli eccessi della finanza. Allo stesso tempo tuttavia lo scandalo sembra allargarsi ad altre banche.

Ma andiamo con ordine. Venerdì scorso la banca più ricca (e odiata) di New York è stata accusata di frode dalla Sec. Secondo l’incriminazione, negli anni della finanza allegra la Goldman ha favorito la creazione di un Cdo, uno strumento ad hoc per speculare sui mutui subprime, offrendolo a grandi investitori, ma senza avvertirli che l’hegde fund di John Paulson aveva contribuito a selezionare una parte dei titoli inclusi nel pacchetto, né che lo stesso Paulson avrebbe scommesso sul collasso del Cdo.

Un altro caso di doppio gioco da parte della Goldman? Paulson ci ha guadagnato miliardi di dollari, mentre il suo ex-braccio destro, e vero ispiratore della manovra sui mutui subprime, il milanese Paolo Pellegrini, ha incassato 175 milioni di dollari: ma nessuno dei due è stato incriminato dalla Sec. “Io personalmente non ho mai contattato la Sec, ma sono stato chiamato a testimoniare dopo che la Sec ha parlato con Paulson”, chiarisce a Repubblica lo stesso Pellegrini.

La Sec intanto sta cercando le prove di frodi compiute da altre banche attraverso la vendita di titoli analoghi. Altri grandi istituti infatti – Deutsche Bank, Ubs, Merrill Lynch – hanno creato strumenti finanziari come “Abacus”, il pacchetto di obbligazioni garantite da mutui subprime.

Per il momento però è la Goldman nell’occhio del ciclone: la banca, che oggi diffonderà i propri dati trimestrali, ha promesso di battersi in tribunale contro accuse che considera ingiuste e ha lanciato una controffensiva a tutto campo, ottenendo già i primi risultati.

“Le accuse sembrano una pistola ad acqua e non permetteranno certo di scoprire le ragioni della crisi finanziaria”, minimizza il Wall Street Journal in un editoriale che rispecchia bene gli stati d’animo della comunità finanziaria. Il quotidiano ritiene che gli addebiti della Sec siano destinati a sgonfiarsi: come è possibile che la banca abbia fatto il doppio gioco se poi ha perso in quella operazione 90 milioni di dollari e ne ha guadagnati solo 15 di commissioni?

La parziale assoluzione di Wall Street non basterà a risolvere i problemi della Goldman. L’iter giudiziario finirà per costarle almeno 700 milioni di dollari, cui si aggiungeranno una perdita di immagine e di credibilità, specie dopo la scoperta che i massimi vertici della banca erano al corrente delle operazioni contestate. E Londra e Berlino promettono di aprire inchieste giudiziarie parallele.

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