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Tv: Floris lascia la Rai dopo quasi vent’anni, trasloca a La7

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ROMA (WSI) – Giovanni Floris lascia la Rai, dopo dodici anni di conduzione di Ballarò e dopo una proficua esperienza quasi ventennale in Azienda. Lo comunica Viale Mazzini. La Rai, nel ringraziarlo per il lavoro svolto, gli porge i migliori auguri per il suo futuro professionale.

“Rimettersi in gioco è salutare e giusto”. E’ questo il senso di una dichiarazione all’Ansa di Giovanni Floris dopo la conclusione del suo rapporto con la Rai. Il conduttore, però, tiene a precisare: “Ringrazio la rai e Ballarò cui devo tutto, perché in questi lunghi anni mi hanno formato e dato fiducia”.

Potrebbe essere La7 la futura destinazione di Giovanni Floris. L’ormai ex conduttore di Ballarò avrebbe rotto oggi le trattative con la Rai, ma già da un paio di settimane la strada del rinnovo appariva in salita proprio alla luce di una offerta decisamente superiore da parte della rete di Urbano Cairo. La tv pubblica, infatti, pur essendo pronta a venire incontro alle richieste del giornalista sul piano editoriale (allungamento del programma fino a mezzanotte e striscia quotidiana su Rai3), non era disposta ad accettare le pretese economiche, rimanendo ferma sul compenso precedente di circa 1,8 milioni in tre anni.

Secondo le voci che circolano a Viale Mazzini, da La7 sarebbe arrivata invece un’offerta di 4 milioni in tre anni. In un primo momento si era parlato di una trattativa con Mediaset, smentita però due giorni fa, alla presentazione dei palinsesti, dal vicepresidente Pier Silvio Berlusconi. E’ possibile a questo punto che La7 annunci l’arrivo di Floris alla presentazione dei palinsesti il 10 luglio a Milano. Quanto al prossimo conduttore di Ballarò, il direttore di Rai3 Andrea Vianello è impegnato nella ricerca del successore ed è possibile che punti ad un nome esterno. A Viale Mazzini, al momento, danno però in pole position un interno: il conduttore di Agorà, Gerardo Greco.

Mentana, Floris a La7? Accordo non ancora chiuso – “Gira da mezz’ora la notizia ufficializzata dalla Rai che Floris lascia Viale Mazzini e tutti telefonano per chiedere se verrà a La7. Non ci sono certezze per quello che abbiamo potuto capire, cercando di informarci”. Così il direttore del TgLa7, Enrico Mentana, in apertura dell’edizione serale. “Non c’e’ un accordo concluso”, ha aggiunto poi Mentana leggendo il titolo: “Floris arriva da noi? Accordo non ancora chiuso. Alè!”. La rete, intanto, fa sapere che non intende commentare le indiscrezioni.

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Giovanni Floris e la Rai si separano non per motivi economici ma per progetti editoriali divergenti. Lo sottolinea lo stesso Floris in una dichiarazione diffusa dal suo ufficio stampa. “Ho sempre saputo – dice il giornalista – che lavorare per la Rai significa lavorare anche prescindendo dal mercato e ritengo giusto che il servizio pubblico segua logiche diverse. Sono stato sempre ottimamente compensato e sono consapevole di aver ricevuto moltissimo. Invece è un problema lavorare senza progetti editoriali condivisi, e dubitando del sostegno e della fiducia dell’azienda riguardo a progetti che io non voglio imporre a nessuno e che hanno senso solo se sono sposati e non subiti. Il punto del lungo confronto è stato editoriale ed è su questo che ci siamo divisi”.

“La Rai – ribadisce – non sposava le mie idee e io faticavo a ritrovarmi nelle loro. Ma e’ legittimo avere posizioni diverse in un confronto professionale. Per questo, semplicemente, mi sono rimesso in gioco, portandomi dietro le medesime idee, perche’ voglio provarci. Vedere se qualcuno ci crede. Alla Rai e ai tanti amici che ho lì, una volta ancora, tutta la mia gratitudine e il mio affetto”, conclude Floris.

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“Le parole di Giovanni Floris dopo il suo addio alla Rai sono molto gravi, tanto da ipotizzare un approfondimento da parte dell’Ordine dei giornalisti. La commissione di Vigilanza valuti se non sia opportuno invitare il conduttore per ascoltare la sua opinione”. E’ quanto dichiara il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. “Il conduttore dice che la Rai non sposava le sue idee – spiega Anzaldi – e lui faticava a trovarsi con quelle dell’azienda. Sono parole gravi, che parlano di divergenze editoriali e non possono certamente essere lasciate cadere così, a maggior ragione trattandosi di un volto dell’informazione del servizio pubblico. Si parla di scelte editoriali e idee, un terreno decisamente scivoloso. Al prossimo ufficio di presidenza della commissione di Vigilanza chiederò che si valuti se non sia opportuno invitare i soggetti coinvolti in questa vicenda per fare chiarezza”.