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Tutti contro Uber, anche la Spagna mette al bando l’app

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NEW YORK (WSI) – Si allunga lista dei paesi che hanno messo al bando, totale o parziale, Uber, la “app” che consente di trovare da smartphone o dispositivi mobili auto a noleggio con conducente.

Dopo l’India e la Germania, l’ultimo caso arriva da un tribunale di Madrid, che accogliendo il ricorso di una associazione di tassisti – dopo una serie di proteste – ha parlato di “concorrenza sleale” e di assenza di autorizzazioni al trasporto passeggeri.

Quello spagnolo è solo l’ennesimo episodio di una lista che si sta allungando, sollevando incertezze sulle capacità di espansione della società che ha appena completato una nuova raccolta miliardaria di fondi.

A soli cinque anni dal lancio, Uber, che viene ancora definita una “start-up”, è stata valutata oltre 41 miliardi di dollari in base all’ultima raccolta di finanziamenti, da cui il gruppo ha ottenuto 1,2 miliardi.

Secondo l’agenzia di stampa Efe, nel prendere la decisione, il tribunale non ha avuto contatti con Uber perché la società ha base negli Stati Uniti. Prima della sentenza della corte madrilena, l’applicazione offriva il servizio a Barcellona, Valencia e Madrid.

Il divieto spagnolo arriva un giorno dopo che la popolare App è stata messa nella ‘lista nera’ a New Delhi, dopo che una donna ha denunciato di essere stata violentata da uno degli autisti, prenotato tramite il servizio. In Germania l’App è stata vietata dalle autorità politiche, per concorrenza sleale e anche in Italia la lobby dei tassisti ha inscenato proteste in molte città, tra cui Milano.

Il successo di Uber deriva dal fatto che con un’auto in buone condizioni e una patente valida da almeno 10 anni, chiunque può diventare un tassista ‘privato’. Basta registrarsi sul sito. Grazie a un sistema di geolocalizzazione, Uber consente di mettere il tassita in contatto con i potenziali clienti che si trovano nell’area.
(MT-DaC)