Società

TUTTI A CACCIA
DI GIORNALI

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Le quotazioni di Dow Jones lunedì sono salite dell’11 per cento in poche ore. Non si tratta dell’indice di borsa che porta questo nome, ma delle azioni della compagnia editoriale Dow Jones, che oltre a fornire il servizio di borsa, possiede anche il Wall Street Journal, il principale quotidiano economico del mondo, con edizioni, negli Usa, in Europa e in Asia.

La corsa agli acquisti di azioni della compagnia editoriale è stata stimolata dalla notizia che alcuni membri del gruppo di controllo, facenti parte della famiglia Bancroft, sarebbero interessati a vendere, perché il valore delle azioni Dow Jones è largamente inferiore a quello potenzialmente raggiungibile con una gestione più dinamica e meno orgogliosa delle glorie del passato. Questa ventata di acquisti è stata momentaneamente fronteggiata dalle dichiarazioni di Roy Hammer, autorevole membro anziano del consiglio di amministrazione e “trustee” della famiglia Bancroft, il quale ha affermato che essa è unita nel patto di controllo e nessun membro intende derogarvi. Più che una constatazione, il comunicato suona come un avvertimento nei confronti di chi, stanco di un accordo che dà potere ad alcuni veterani a spese del valore delle azioni, volesse puntare su una nuova cordata capace di cavare maggiori utili dall’impresa.

Non si sa quando l’eventuale scalata potrà materializzarsi. Ma questo evento ha ridestato l’interesse di Wall Street per il mondo della carta stampata, quotidiani e settimanali. Si tratta, è vero, di un comparto maturo, a differenza di quello della televisione o dei motori di ricerca di Internet o dell’industria pubblicitaria, su cui molti stanno puntando. Ma c’è la convinzione che questo settore, nonostante la sua maturità, presenti alte prospettive di guadagno.

E ciò è dovuto al fatto che la proprietà non è stata soggetta alla pressione concorrenziale, in quanto, per molti anni, il mercato finanziario ha concentrato l’attenzione sui settori più giovani. Come sempre accade, negli Stati Uniti in cui vige il principio dei mercati contestabili, le basse quotazioni di borsa generano i “rumors” di possibili scalate. E’ il segnale che la contestazione dei gruppi di controllo sta per iniziare.