Bangkok – listini asiatici in ripresa, in attesa del voto in Germania, nonostante ad inizio seduta avessero pesato i timori che la crisi del debito in Europa si possa trasformormare in una malattia incurabile, che presto colpirà l’intera economia globale, trascinando il mondo in una nuova crisi finanziaria. Eurodollaro a $1,3615.
In giornata gli operatori saranno concentrati sul voto atteso dal parlamento tedesco alle 9.00 GMT per l’allargamento del fondo di stabilità finanziaria Efsf. Indecisioni e ulteriori proteste della Germania non farebbero altro che rendere più incerto l’outlook sulla regione, con gli investitori che domandano interventi concreti da parte dei leaders europei per risolvere la crisi.
Azionario asiatico in calo per la prima volta in tre giorni, con le commodities che si riportano in rialzo dopo la scia negativa di ieri. Il rame perde quasi il 2% mentre l’oro si trova circa $300 sotto i massimi raggiunti durante la prima parte del mese. In ribasso anche i titoli legati alle commodities viste le aspettative per una minore domanda a livello globale. Il costo per assicurarsi contro un default del governo cinese raggiunge i massimi dal 2009.
Asia: indice Dow Jones Asian Titans della regione in calo dello 0,01%. Nikkei (+0,99% in chiusura), Seul (+2,68%), Sydney (-0,77%), Shanghai (-0,83%), Singapore (+0,12%). Borsa chiusa ad Hong Kong, città paralizzata dal tifone Nesat.
Tra le commodities: Wti ($81,64, +0,53%), Brent ($104,13, +0,31%), oro ($1.627,1, +0,56%), argento ($30,82, +2,28%), rame ($3,1915, -1,69%).
Nel valutario, ripresa generalizzata della moneta unica contro i principali rapporti di cambio. Eurodollaro a $1,3615 (+0,64%), euro sullo yen giapponese a ¥104,21 (+0,66%), sul franco svizzero a CHF 1,2208 (+0,2%), sulla sterlina inglese a GBP 0,8707 (+0,23%). Dollaro/yen ¥76,52 (-0,01%).
Futures sull’indice S&P500 in rialzo di 7,75 punti (+0,67%) a 1.156,5. Su di 2pb i rendimenti dei Treasury a 10 anni, all’1,997%.
“Il mercato sta prezzando un evento simile a quello Lehman”, ha detto a Bloomberg Brian Barish, president di Cambiar Investors LLC. “Se per qualche ragione la Grecia dovesse registrare un default incontrollato e il problema si dovesse allargare all’Italia, che ha un mercato dei bond da $3.000 miliardi, ancora non so come si farà a rimettere assieme i pezzi dell’economia globale”.
“Sembra che i periodi di ottimismo si stiano accorciando mentre quelli di pessimismo si stiano allungando”, ha commentato a Reuters David Land, analista per CMC Markets. “Questo è stato guidato dalla consapevolezza che, sebbene vi siano una serie di piani per contrastare i problemi in Europa, la possibilità che si giunga ad un accordo è sempre minore”.