Società

TURISTI VIRTUALI
ALLA LAURA CROFT

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Giardini ben tenuti e mai leziosi, collegi di pietra muschiosi e circondati da schiere ordinate di biciclette, cottage con grossi comignoli e infissi colorati, pub e ristoranti da cui provengono zaffate di curry. A Cambridge ogni scorcio è intatto. Mai un palazzaccio anni ’50 mai un pugno nell’occhio paesaggistico. Non che le costruzioni nuove non esistano, ma sono ben inserite, quasi mimetizzate.

Vicino all’austero Fitzwilliam College,c’è un centro di ricerca della Microsoft. Dove, tra giornalisti inglesi vestiti da squatter che prendono appunti su lavagnette elettroniche portatili, un ricercatore siciliano, Antonio Criminisi, classe 1972, illustra i risultati dei sui studi che probabilmente diverranno software di Bill Gates. Cresciuto nel messinese, dopo una laurea in ingegneria elettronica a Palermo e una specializzazione in Computer Vision a Oxford, ha ottenuto il British Computer Society Dissertation Award nel 2000. Un anno dopo è entrato nella Microsoft di Cambridge come ricercatore.

Lovora ad un programma che mette dentro al pc filmati ottenuti con un casco dotato di tre telecamere per riprendere ambienti, come un giardino, che vengono riprodotti virtualmente sul computer. Consentendo all’utente di muoversi al loro interno con un comando senza fili. A che scopo? Turismo virtuale, per esempio. «Se effettuo le riprese in un ambiente di interesse artistico – spiega Criminisi – come S. Maria Novella a Firenze o Trafalgar Square, potrò visitarlo anche da casa». Si fa già qualcosa del genere, ma usando sequenze di foto, come nelle visite virtuali dei siti dei musei. Il problema per passare dalle foto al video è quello dello spazio. Si parla di giga, non più di megabyte. Tra l’altro, Criminisi, ha ottenuto immagini molto fedeli al vero, dando l’impressione di una vista stereo, con entrambe gli occhi. Mentre la sovrapposizione delle immagini di più punti di vista (le tre telecamere), secondo le teorie della biologia oftalmica, dovrebbe dare una visuale quasi monoculare. Un risultato pratico che contraddice la teoria.

Altro lavoro che Criminisi sta portando avanti è quello sull’analisi computerizzata dei dipinti da un punto di vista spaziale. Secondo il ricercatore, durante il Rinascimento, un certo numero di pittori usava dei modelli veri per mettere la prospettiva nei loro quadri. Non si spiegherebbe altrimenti come mai i loro quadri, ridotti a realtà virtuale computerizzata, rispettino queste leggi. Inserita nel computer, la Trinità del Masaccio diventa 3D e lo stesso La flagellazione di Cristo di Piero della Francesca. In questo modo è possibile muoversi tra le figure dell’opera come in una realtà virtuale tridimensionale – come in un videogiovo alla Lara Croft – senza che le leggi prospettiche si alterino.

Un altro programma – cui collabora Criminisi – prevede la manipolazione di immagini, per permettere di togliere dalla foto di una piazza innevata di Cambridge le orme di un passante. Così fu fatto per le foto ufficiali (lo racconta Kundera) dal regime stalinista cecoslovacco, dopo le purghe, per eliminare in tutti i sensi il povero Klementis.

Microsoft a Cambridge lavora in collaborazione con l’università, consente agli studenti di fare ricerca nei suoi laboratori, recluta ricercatori come Criminisi senza impedirgli di pubblicare i risultati dei loro studi; naturalmente appena c’è di mezzo il copyright si cautela. Inoltre, «non devo chiedere il permesso di andare a un convegno, decido io se andarci o no; guadagno in modo soddisfacente», dice Criminisi che lascia intendere, ma senza troppo indulgere nella solita retorica esterofila, che in Italia mai sarebbe così.

Copyright © Il Riformista per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved