Economia

Turismo: Istat, a Natale aumentati negli alberghi gli arrivi

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(Teleborsa) – Nel periodo natalizio, negli alberghi italiani si è verificato, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un aumento dell’1,6 per cento negli arrivi ed un calo dell’1,3 per cento nelle giornate di presenza. A renderlo noto è l’Istat. Per la clientela italiana si è registrata, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, una crescita dell’1,6 per cento degli arrivi ed una diminuzione del 2,3 per cento delle presenze. Per la clientela straniera vi è stato un aumento dell’1,8 per cento degli arrivi e dell’1,1 per cento delle giornate di presenza. Rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, nel Nord-ovest gli arrivi sono diminuiti dell’1,0 per cento per la clientela italiana mentre sono saliti del 9,9 per cento per quella straniera, con un aumento complessivo del 2,7 per cento. Sempre con riferimento agli arrivi, nel Nord-est vi è stato un calo dell’1,3 per cento per la clientela nazionale e del 4,5 per cento di quella estera, con una variazione negativa complessiva del 2,1 per cento. Nell’Italia centrale, un lieve aumento dello 0,2 per cento della componente nazionale e una diminuzione dell’1,4 per cento di quella estera hanno condotto ad una diminuzione dello 0,5 per cento degli arrivi totali. Nell’Italia meridionale ed insulare, vi è stato un incremento del 10,9 per cento degli arrivi della componente italiana e del 13,2 per cento della componente straniera, per una crescita complessiva degli arrivi dell’11,2 per cento. Per quanto riguarda le presenze, nell’Italia nord occidentale si è registrata una variazione positiva dello 0,9 per cento, derivante da una diminuzione della componente nazionale (meno 1,5 per cento) e da un incremento di quella estera (più 6,2 per cento). Nell’Italia nord orientale vi è stata una diminuzione complessiva, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, del 3,7 per cento, dovuta ad un calo sia della clientela nazionale (meno 3,9 per cento), sia di quella estera (meno 3,3 per cento). Nell’Italia centrale, l’aumento dello 0,7 per cento è la risultante di un incremento del 2,8 per cento degli stranieri e di una diminuzione dell’1,2 per cento degli italiani. Infine, nell’Italia meridionale ed insulare sono cresciute le presenze sia della componente nazionale (più 1,4 per cento) sia della componente straniera (più 10,8 per cento), con un incremento complessivo del 2,7 per cento. La durata media della permanenza negli esercizi alberghieri è stata di 2,93 giornate, con una diminuzione assoluta, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, di 0,09 giornate (Tabella 3). La permanenza media ha segnato cali sia per la componente italiana (-0,11 giornate) sia per quella straniera (-0,02 giornate). Il 65,7 per cento della clientela ha preferito le località con turismo prevalentemente stagionale (località montane, marine, lacuali, termali, collinari); tale quota è diminuita di 2,1 punti percentuali rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Il restante 34,3 per cento delle presenze ha riguardato città d’arte e capoluoghi non altrimenti classificati. La distribuzione territoriale è risultata molto differenziata: la quota delle presenze registrate nelle località turistiche di tipo stagionale è stata massima nell’Italia nord orientale (87,3 per cento) e minima nell’Italia centrale (26,2 per cento). Il 71,4 per cento della clientela italiana si è recato in località con turismo stagionale, mentre il restante 28,6 per cento ha visitato città d’arte e capoluoghi. La quota di stranieri che ha optato per queste ultime località è risultata nettamente superiore (47,9 per cento). Per quanto riguarda le nazionalità di provenienza degli stranieri che hanno soggiornato negli alberghi italiani durante il periodo dal 23 dicembre 2009 al 6 gennaio 2010, i clienti tedeschi hanno costituito una delle tre nazionalità prevalenti per il 39,1 per cento degli albergatori (rispetto al 43,6 per cento rilevato lo scorso anno), quelli francesi sono stati segnalati dal 26,3 per cento degli albergatori e quelli svizzeri dal 18,0 per cento.