Il governo tunisino del presidente Zine al-Abidine Ben Ali ha annunciato l’imposizione dello stato di emergenza su tutto il territorio nazionale, e ha ampliato il coprifuoco gia’ in vigore: d’ora in poi scattera’ dalle 17, non piu’ dalle 20, e durera’ fino alle 7 del mattino anziche’ fino alle 7.
Le forze di sicurezza sono inoltre state autorizzate ad aprire il fuoco contro chiunque non obbedisca agli ordini, ed e’ stato introdotto il divieto di assembramento quando questo superi le tre persone.
Dodici persone hanno perso la vita nella notte per gli scontri avvenuti nella capitale tunisina di Tunisi, e la citta’ nordorientale di Ras Jebel, secondo i racconti dei dottori. Almeno due delle vittime sono state uccise dalle forze dell’ordine che cercavano di contenere le proteste, secondo quanto riferito da testimoni oculari a Reuters.
Intanto lo stesso Ben Ali ha deciso di sciogliere il suo gabinetto e convocare elezioni politiche anticipate entro sei mesi. Ma la protesta in piazza – scatenata per protestare contro disoccupazione e inflazione – non si placa affatto. Il capo dell’opposizione: serve un governo di unità nazionale. Ben Ali sembra si sia addirittura dato alla fuga. Dalle ultime indiscrezioni pare abbia preso un volo per Malta. Ma c’e’ anche chi parla di Arabia Saudita o Qatar.
Intanto anche i governi di Algeria, Marocco, Yemen e Giordania si trovano a dover contenere con la forza le proteste della gente per gli alti livelli di inflazione. Intanto Ben Bernanke, numero uno della Fed, continua a essere convinto che l’inflazione verra’ tenuto sotto controllo.