Economia

Nuova tegola per l’Atac, multa dall’Antitrust: “Troppe corse cancellate”

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Ancora guai per l’Atac. L’Antitrust ha inflitto una multa da 3,6 milioni di euro alla società di trasporto di Roma a conclusione dell’istruttoria avviata a novembre a causa delle troppe corse cancellate senza avvertire gli utenti.

Come si legge in una nota, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha accertato:

“una  pratica commerciale scorretta nell’offerta del servizio pubblico di trasporto ferroviario nell’area metropolitana di Roma consistente nella falsa prospettazione, attraverso l’orario ufficiale diffuso presso le stazioni e nel sito internet, di un’offerta di servizi di trasporto frequente e cospicua, a fronte della sistematica e persistente soppressione di molte corse programmate, nonché nella omessa informazione preventiva ai consumatori in merito alle soppressioni previste”.

Nel corso del procedimento – spiega l’Authority – sono emerse la “persistenza e la significatività del fenomeno relativo alla mancata effettuazione di molte corse programmate, dal 2010 ad oggi, che nella maggior parte del periodo ha raggiunto un’incidenza ben superiore a quella considerata fisiologica”.

Come ricorda in un articolo del Corriere, Lorenzo Salvia:

Intanto, in questi giorni il nuovo consiglio d’amministrazione dell’Atac dovrebbe fare chiarezza sul futuro della più grande azienda italiana nel settore del trasporto locale. E proprio oggi i Radicali depositeranno in Campidoglio le firme per il referendum che chiede di mettere a gara il servizio. In teoria sono possibili tutte le soluzioni: dal fallimento più o meno pilotato, alla privatizzazione, più o meno pilotata anche quella. Per ogni ipotesi ci sono buone ragioni. . E si rischia il derby delle idee, dove ognuno si limita a sventolare la propria bandierina. L’unica strada che non deve portare a Roma è quella seguita con caparbietà negli ultimi anni: rinviare la soluzione di ogni problema e nascondere sotto il tappeto una polvere fatta di inefficienze, debiti, portoghesi a bordo e assenteisti al volante. Non è una solo questione di visione politica o di strategia economica. È una questione di sopravvivenza urbana.