Roma – Siamo nella peggiore crisi dalla fine della Second guerra mondiale. Lo ha detto il presidente della Bce, Jean Claude Trichet, parlando all’Europarlamento, aggiungendo che la Bce non puo’ sostituirsi ai governi europei nella gestione delle politiche di bilancio.
Il numero uno della Banca centrale europea ha anche ripetuto che la crescita dell’Eurozona si confermerà moderata. “Prevedo che la crescita del Pil reale dell’area euro sarà molto moderata nel secondo semestre dell’anno”. Le prospettive di crescita, ha precisato, sono messe sotto pressione dal rallentamento dei tassi di espansione del pil globali e dalle tensioni sui mercati finanziari. I rischi sull’outlook della crescita, ha aggiunto, “sono al ribasso”.
Nonostante questo, secondo alcune indiscrezioni riportate da Reuters, la Bce lascerà molto probabilmente i tassi di rifinanziamento invariati dopodomani, giovedì 6 ottobre, quando la riunione dell’istituto di Francoforte sarà presieduta da Trichet per l’ultima volta. Il primo taglio dei tassi potrebbe dunque essere effettuato dal successore, il governatore di Bankitalia, Mario Draghi.
Intanto, nel suo discorso, Trichet ha affermato che è necessario, tra gli strumenti da adottare per risolvere la crisi dei debiti sovrani, che ci sia un Ministro delle Finanze unico europeo.
Riguardo alla lettera riservata recapitata all’Italia lo scorso agosto dalla Bce Trichet ha affermato che non c’è stato nessun “negoziato”, ma che si è trattato di “un messaggio” inviato come avvenuto in altre occasioni.
“Ogni mese all’Eurogruppo io e i miei colleghi siamo chiamati a dare messaggi ai governi – ha affermato Trichet – di tanto in tanto alcuni messaggi sono piuttosto chiari”. Interpellato da un Eurodeputato sulla lettera riservata inviata al governo Italiano, pubblicata nei giorni scorsi dal corriere della sera “tutto quello che posso dire – ha puntualizzato Trichet – è che in un periodo di tensioni acute e di grandi difficoltà non abbiamo effettuato un negoziato: abbiamo inviato messaggi come di consueto”.
Una versione simile a quella già fornita a inizio settembre a seguito del Consiglio direttivo di inizio mese. Peraltro il presidente della Bce ha notato come “da sei anni esaminiamo l’evoluzione sui costi del lavoro, e non stupisce che i problemi maggiori sono nei paesi dove si è persa più competitività”.