Siena – Tassi di interesse: in area Euro la sessione di ieri è stata caratterizzata ancora una volta dalle tensioni sui titoli periferici. Si è infatti assistito ad un allargamento degli spread periferici ed un calo dei tassi di mercato governativi tedeschi e swap. Questa mattina l’apertura dei mercati segnala un clima più disteso, con restringimento dei differenziali di tasso dei paesi periferici.
Nowotny, membro Bce, in un’intervista ha rivendicato l’indipendenza della Bce rispetto alle decisioni delle agenzie di rating, con riferimento all’accettazione o meno di titoli come collaterale.
Trichet allo stesso tempo ha aggiunto che l’attuale sistema oligopolistico delle agenzie di rating non è ottimale. Trichet ha anche ribadito che la Bce non accetterà nessuna soluzione alla crisi greca che implichi default, selective default e credit event. Il capo della Bce si è infine detto fiducioso che gli Stati Uniti riusciranno ad approvare l’innalzamento del tetto del debito.
L’attenzione degli operatori rimane focalizzata sulla riunione straordinaria dei capi di stato e governo di giovedì, in cui si discuterà della stabilità finanziaria dell’intera area oltre che del secondo piano di aiuti greco, in particolare della delicata tematica della partecipazione dei privati nella soluzione della crisi, fortemente richiesta da Germania e Finlandia.
Il ministro delle finanze francese, Baroin, ha dichiarato di essere fiducioso che nella riunione di giovedì si giungerà ad un accordo che non implicherà un default per il debito greco. Baroin ha aggiunto che i paesi dell’area Euro stanno lavorando su una soluzione che eviterà il credit event o selective default.
Sul fronte delle aste oggi è attesa quella sui bills greci a tre mesi per 1,25 Mld€ e di quelli spagnoli a 12-18 mesi fino a 4,5Mld€.
Negli Usa tassi di mercato in rialzo sulla parte a lunghissimo termine, con il differenziale di tasso 10-30 anni arrivato al nuovo massimo dell’anno in prossimità dei 138pb. Si tratta verosimilmente di un andamento che in parte riflette il prolungamento dei negoziati in corso tra repubblicani e democratici sul tema dell’innalzamento del tetto del debito entro la data limite del 2 di agosto.
Geithner ieri ha ribadito che l’ipotesi di default sul debito è fuori discussione, aggiungendo di essere fiducioso sulla possibilità di raggiungere un accordo in tempo utile.
Sul mercato azionario i listini hanno chiuso in calo, penalizzati soprattutto dal comparto finanziario.
Cisco ha annunciato un piano di licenziamenti di 6500 unità per migliorare il profilo di redditività dell’azienda.
Positiva la trimestrale di Ibm che ha rivisto al rialzo anche le stime di utili per l’intero anno, con un recupero nell’after hour di circa il 2%.
Nel frattempo la Fed di San Francisco ha rivisto al ribasso di un punto percentuale le stime di crescita per il 2011, portandole al 2,6%.
All’interno della Fed si segnalano le dichiarazioni di Lockhart, membro non votante, che, pur non escludendo del tutto l’ipotesi di un QE3, ha espresso i propri dubbi sui benefici che una manovra di questo tipo potrebbe apportare nell’attuale contesto.
Sul fronte macro è risultata in recupero la fiducia dei costruttori di luglio.
Valute: euro in deprezzamento nella giornata di ieri sulla scia delle tensioni che continuano a interessare i paesi periferici dell’area Euro. In mattinata, il rimbalzo dei listini azionari europei sta supportando la moneta unica che è riuscita a risalire sopra quota 1,41. Nelle prossime sedute, qualora la riunione di giovedì dei capi di stato dell’area dovesse terminare con qualche decisione importante il cross potrebbe spingersi fino ad area 1,43/44. Per oggi il primo supporto si trova a 1,4070, resistenza in area 1,42.
Yen poco mosso durante la notte nel giorno di riapertura dei mercati giapponesi dopo la festività di ieri. Verso dollaro il cross continua a collocarsi al di sopra dell’importante area di supporto 78-78,50. Verso Euro il supporto principale si colloca a 109,60, con un livello più vicino che oggi passa da 110,65.
Materie Prime: avvio di settimana negativo per le commodity in un contesto di tensioni sugli asset rischiosi. Di tale situazione ne hanno beneficiato i metalli preziosi, oggetto di acquisti in ottica di bene rifugio.
L’oro ha messo a segno un nuovo record storico oltre la soglia dei 1600$/oncia, mentre l’argento è cresciuto di oltre il 3% raggiungendo i 40$/oncia.
Negli altri comparti in calo il greggio Wti (-1,4%) ed il Brent (-1%). All’interno dell’indice GSCI il ribasso maggiore ha interessato il cotone (-3,5%), sceso ai minimi da 10 mesi.
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