Fondiaria esce sconfitta dal primo round nella battaglia contro i cinque “cavalieri bianchi”.
Lunedì sera è stata resa nota la decisione del tribunale di Firenze di considerare “inammissibile” il ricorso d’urgenza presentato dalla compagnia contro Jp Morgan, Interbanca, Commerzbank, Francesco Micheli e Mittel, coloro che hanno rilevato da Sai e Montedison la partecipazione in Fondiaria.
La compagnia assicurativa aveva chiesto al tribunale di congelare il diritti di voto delle cinque società, presenti nel capitale della compagnia fiorentina con circa il 29%, perché le quote in mano alle società “sono legate a opzioni di riacquisto (i cosiddetti put e call) da parte di Sai”.
I cinque cavalieri bianchi si erano impegnati a sottoscrivere l’acquisto del capitale di Fondiaria al prezzo di €9,5 per azione, venendo in soccorso di Sai, che così è riuscita a strappare Fondiaria dalla morsa di Toro (100% Fiat).
Secondo Fondiaria, l’esistenza di una opzione put e call in mano a Sai è la dimostrazione che i cinque sono “soggetti interposti di Sai/Premafin, per effetto dei contratti di portage in essere”, e dunque sono “completamente indifferenti alla gestione dell’impresa, alle quotazioni delle sue azioni e alla determinazione di un equo concambio, in un’ipotesi di integrazione tra Sai e Fondiaria“.
Il 18 aprile i giudici decideranno sul merito del ricorso, prima dell’assemblea per il bilancio prevista per il 30 aprile.
Il caso Sai-Fondiaria è anche sul tavolo della Consob (Commissione di controllo per le società e la Borsa) e dell’Isvap (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo).
La battaglia in corso potrebbe alterare gli equilibri tra le due societa in termini di concambi e governance.
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