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Tremonti: “Tasse su rendite, libertà di licenziare”. Bossi: “Agguato da Draghi e Bce”. Rivolta web

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Roma – La nuova manovra che il governo italiano si appresta a varare con decreto per anticipare al 2013 il pareggio di bilancio conterrà probabilmente tagli alle pensioni, liberalizzazioni e un’armonizzazione al 20% della tassazione sulle rendite finanziarie, esclusi i titoli di Stato.

Nell’audizione alle commissioni di Camera e Senato, il ministro Tremonti ha detto “L’articolo 81 della nostra costituzione non costituisce un successo. La norma ha funzionato nella forma e nella sostanza” in passato. Poi “la stessa norma si è aperta in una dinamica diversa”. E’ “evidente che ora dobbiamo cambiare l’articolo 81 della Costituzione, visto che la situazione attuale impone un maggiore rigore di bilancio”. In definitiva, “è necessario che nel testo venga introdotto il “pareggio di bilancio obbligatorio”.”.

Il capo del dicastero economico ha parlato della necessità di “una manovra molto forte sia nel 2012 che nel 2013”.

L’articolo 81 di cui Tremonti parla recita: “Le Camere approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo. L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi. Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese. Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte”.

Secondo Tremonti, “con l’articolo 81 della Costituzione si è accumulato un debito enorme” . “E’ evidente che dobbiamo cambiarlo – ha affermato – esiste un vincolo in tutta Europa” e “credo ci sia la base per fare in fretta un lavoro importante”.

Tremonti ha tuttavia sottolineato che “c’è il vincolo dei tre mesi fra le due letture”, un vincolo previsto dalla Costituzione”, quindi, ha aggiunto, “già il primo voto sarebbe un passaggio di grande rilievo”.

“L’anticipo del pareggio al 2013 impone una ristrutturazione della manovra”, ha continuato Tremonti, parlando della manovra : sicuramente dobbiamo considerare i “tagli ai costi della politica”. Potremmo ricondurre alle domeniche le festività per aumentare la produttività, continua il ministro del Tesoro, aggiungendo che per un mercato del lavoro più flessibile si dovrebbe evitare il ricorso continuo ai contratti a tempo determinato. Sulla tassazione delle rendite finanziare è “previsto un adeguamento delle aliquote sulle rendite”.

Tremonti ha specificato che le ipotesi sono quelle di non toccare i titoli di stato, di ridurre dal 27 al 20% i depositi bancari e postali e di aumentare al 20% dal 12,5% attuale la tassazione sui titoli, esclusi quelli di stato. Su questo, ha detto, “c’e’ una grande disponibilita’ del governo”. Ancora, per rilanciare la crescita serve “la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali”, dei ” servizi professionali e la privatizzazione su larga scala dei servizi locali”.

E sulla crisi in generale, Tremonti ha ricordato che dall’approvazione della manovra nel mese di luglio, la crisi economica si è “intensificata” e ha preso “un corso diverso, non ancora finito e non facile da prevedere nella sua dinamica”. “Alla fine – ha concluso – ne usciremo con un’Europa diversa”.

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Da Reuters Italia

Nel suo intervento, Tremonti ha anche presentato i contenuti della lettera “confidenziale” inviata dalla Bce al governo italiano.

In particolare all’Italia è stata richiesta una “piena” liberalizzazione dei servizi pubblici locali, una liberalizzazione dei servizi professionali, e privatizzazioni su larga scala dei servizi locali. Sul fronte del marcato del lavoro una spinta verso la contrattazione aziendale unita a una richiesta “critica” di licenziamenti del personale.

Sul fronte previdenziale la Banca centrale ha chiesto interventi sulle “pensioni di anzianità e sull’età per le donne nel privato e di tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici”. Su questo ultimo punto il ministro ha spiegato che “non è detto che questa misura della essere oggetto” delle scelte del governo.

Tremonti ha aggiunto che la manovra dovrà essere “molto forte sul 2012 e 2013 ma il baricentro è da fissare, i numeri sono in corso di elaborazione”.

Gli orientamenti del governo si concentrano sulla liberalizzazione dei servizi pubblici locali, privatizzazioni, flessibilità del mercato del lavoro e Welfare.

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Roma – “Temo ci sia un tentativo per far saltare il governo”. Al termine dell’audizione del ministro Giulio Tremonti, il leader della Lega Umberto Bossi ha espresso i propri timori legati alla lettera inviata dalla Bce all’Italia per fronteggiare la crisi economica. Crisi che, a detta del Senatur, sarebbe in gran parte causata da “tutto il casino che hanno fatto uscire”. Tuttavia è proprio il discorso del titolare dell’Economia che non ha convinto il leader del Carroccio. “Troppo fumoso”, l’ha definito. La risposta di Tremonti non si è fatta attendere. Il governo ha annunciato che varerà un decreto legge ma “è difficile prima di andare dal Capo dello Stato e a mercati aperti essere più precisi”, ha detto il ministro dell’Economia.

Il compromesso sulle pensioni Per il leader del Carroccio, però, sulle pensioni “bisogna capire cosa fare, dipende da come si toccano, serve un compromesso”. L’apertura ad un intervento sulle pensioni arriva da Bossi che, alla domanda se possa essere fattibile una sospensione delle pensioni di anzianità risponde: “Si può studiare”. “Non lo so, noi abbiamo le nostre proposte ma – ha, tuttavia, ribadito il ministro delle Riforme – la gente non vuole che le pensioni si tocchino”. “Il problema è che o si tagliano le pensioni o si tagliano i patrimoni: dunque o i poveri o i ricchi”, ha continuato il Senatur sintetizzando i problemi del governo nel delineare la manovra dei conti pubblici. “Tremonti non ha ancora deciso. Non lo devo dire io: lui e il premier non hanno ancora deciso – ha spiegato Bossi – sulle pensioni o si colpiscono i poveri o i ricchi”. Un bivio importante, insomma. Per questo il “no” della Lega potrebbe non essere definitivo: “Bisogna capire come si interviene, come si toccano le pensioni. Serve un compromesso”.

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Tocca a Tremonti. Che prende la parola davanti alle commissioni parlamentari per illustrare la strategia anti-crisi 1 del governo. E, senza scendere nei dettagli, tratteggia le misure che il governo ha messo in decreto legge “discutibile.

In parlamento”, dopo la lettera della Bce. Sul tavolo, tra le varie cose, interventi sul mondo del lavoro, la modifica dell’articolo 81 della Costituzione, più tasse sui titoli. Senza escludere “un contributo di solidarietà”. Una ricetta dura che il segretario del Pdl, Angelino Alfano, prova a mitigare: “Non tutto quello che ci viene chiesto dalla Bce verrà fatto..”. Pessimista Umberto Bossi che boccia Tremonti: “Un discorso fumoso”. Controreplica del ministro: “Abbiamo annunciato un decreto legge. E’ difficile, prima di andare dal capo dello Stato e a mercati aperti, essere più precisi di come sono stato io”. Poi, riferito alla lettera della Bce, il Senatur dice di temere “un tentativo per far saltare il governo”. E tira in ballo l’attuale presidente della Bce Mario Draghi: “Temo che quella lettera sia stata fatta a Roma e lui da qui è andato in Europa ma è sempre a Roma”.

Dopo che dal confronto fra esecutivo e parti sociali 2di ieri non sono emersi dettagli sulle misure urgenti che saranno adottate la prossima settimana, Tremonti ci riprova. Stavolta con i parlamentari. E la situazione è seria al punto che Giorgio Napolitano è rientrato in anticipo dalle vacanze a Stromboli. Nel pomeriggio il capo dello Stato vedrà Berlusconi per fare il punto sulle misure che il governo intende mettere in campo per fronteggiare la crisi. Mentre Il decreto legge sulle misure anticrisi chieste all’Italia dalla Banca centrale europea sarà anticipato al 16 agosto.

Tremonti. Premessa: “la crisi ha preso un corso diverso, non ancora finito e non facile da prevedere nella sua dinamica”. Ricette? Eccole. A partire dall’articolo 81 della Costituzione (che disciplina le regole del bilancio dello Stato ndr): “Non costituisce un caso di successo e va cambiato anche perché c’è un vincolo europeo. Ora abbiamo il terzo quarto debito pubblico nel mondo – dice il ministro davanti alla commissioni – La situazione del debito pubblico Italiano e’ oggettivamente straordinaria”. Per questo, continua Tremonti l’introduzione del vincolo obbligatorio del pareggio di bilancio è “necessaria”. Una scelta che segna “la fine di un’epoca nella quale l’Occidente poteva piazzare titoli ai valori che voleva”. Oggi viviamo in un’ epoca, continua il ministro, “che costringe a scelte di maggior rigore: non puoi spendere più di quello che prendi soprattutto se con riluttanza prendono i tuoi titoli”. Un lavoro che necessita “di uno spirito costituente” e un “disarmo unilaterale”. Partendo dalla proposta di riforma dell’articolo 81 dell’ex parlamentare del Pd Nicola Rossi.

Il ministro, poi, torna a legare l’accelerazione della crisi al brusco cambiamento delle mosse del governo. Passato dal voto della Camera sul decreto che poneva il pareggio di bilancio al 2014 – a metà luglio – alla necessità di correre ai ripari in tempi brevissimi: “Da allora l’ intensificazione verticale della crisi, l’anticipo del pareggio di bilancio (dal 2014 al 2013) e le richieste delle parti sociali hanno modificato il corso delle nostre attività”. Per questo “dobbiamo fare una manovra molto forte sul 2012 e 2013”.

Sul lato della crescita, continua il ministro, serve “la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali, dei servizi professionali e la privatizzazione su larga scala dei servizi locali”. Inoltre il governo ipotizza di “accorpare sulle domeniche le festività” e si dice disponbile ad un intervento sulle rendite. Ovvero più tasse sui titoli: “Fermi i titoli di Stato, prevediamo una riduzione della tassazione della raccolta postale che è al 27%, mentre tutti i titoli finanziari verrebbero tassati dal 12,5% al 20%”. Tra le ipotesi allo studio figurano interventi sulle pensioni di anzianità e su quelle delle donne nel settore privato (che, nella maggioranza, la Lega osteggia anche se Bossi ipotizza “un compromesso”).

Per il mercato del lavoro l’ipotesi da mettere in campo è “una spinta alla contrattazione a livello aziendale, con il superamento del sistema centrale rigido” ma anche “il licenziamento del personale compensato con meccanismi di assicurazione più felici”, una sorta di “diritto di licenziare. D’altro lato bisigna evitare l’abuso dei contratti a tempo determinato” annuncia Tremonti. Che rivela come tra i suggerimenti all’Italia formulati dalla Bce ci sia anche la riduzione degli stipendi nel pubblico impiego (“ma non lo faremo” dice Tremonti nella replica). Solo un accenno al taglio dei costi della politica: “Dobbiamo intervenire perchè ci sono eccessi”.

Le ipotesi in campo. Al momento l’unico punto fermo sembra essere la decisione del governo di convocare un consiglio dei ministri la prossima settimana per varare un decreto con gli interventi per anticipare il pareggio di bilancio al 2013. Nessuna indicazione certa ancora nel merito dei contenuti del provvedimento, ma difficilmente si riusciranno a recuperare le risorse necessarie soltanto con l’accelerazione di alcune norme previste dalla manovra varata a luglio. Le ipotesi che si rincorrono sono tante. A partire da un’eurotassa 3per i redditi al di sopra dei 60-100mila euro. Le più contestate sia dai sindacati che da alcune parti della stessa maggioranza sono l’eventuale nuova stretta sulle pensioni e l’introduzione della tassa patrimoniale (“roba di sinistra” per Berlusconi e Bossi). Si parla poi dell’aliquota unica al 20% sulle rendite finanziarie con l’esclusione dei titoli di stato.

L’opposizione. Ad ascoltare il ministro, d’altronde, c’erano tutti i big dell’opposizione e della maggioranza. E dal leader del Pd Pier LuigI Bersani arrivano i primi messaggi al ministro. Il primo è politico: “La situazione politica italiana è il cuore del problema”. Poi: “Al governo non deve tremare il polso: per noi chi ha di più deve dare di più”. Chiaro anche l’atteggiamento verso il governo: “Se dobbiamo discutere di cose e proposte sì, se dobbiamo fare dei balletti comunicativi, questo non è il mio mestiere”. Infine la proposta del Pd: “Dimezziamo il numero dei parlamentari”. Antonio Di Pietro chiede al governo cosa voglia fare “di concreto”. “Noi siamo disponibili ad aiutare il governo senza preconcetti, ma castelli di sabbia non ne vogliamo più vedere” dice il leader dell’Italia dei Valori.