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(WSI) –
Cominciamo a non scrivere più «tassa sul tubo» e a chiamarla con il
suo vero nome: tassa sui profitti di Terna e Snam Rete Gas. E aggiungiamo
che prima o poi finirà inevitabilmente nelle nostre bollette
elettriche e del gas. Che oltretutto sono già gravate dai costi più alti del
continente e appesantite ultimamente dal caro-greggio.L’introduzione
nella finanziaria 2006 della tassa ambientale che colpisce le reti di trasmissione
delle due società sotto forma di addizionale erariale alla tassa
sull’occupazione di suolo pubblico e al canone per il trasporto,ha già
scatenato un vespaio di polemiche.
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Il primo a segnalare il pericolo è
stato Enrico Letta sul nostro giornale. Ieri è arrivato il comunicato durissimo
di Snam, che ritiene la tassa «illegittima nella sostanza e sproporzionata
nella dimensione».L’azienda ricorda a chi a cuore il mercato
(e Tremonti se ne compiace spesso) che ha «130 mila azionisti che
hanno acquistato le azioni della società assimilandone i rendimenti attesi
a quelli di una obbligazione di lungo termine in quanto la società
opera in un sistema con ritorni definiti ed assicurati dall’Autorità per
l’energia elettrica ed il gas». Siccome il balzello non può essere né dedotto
né (sulla carta) scaricato sulle tariffe «questa imposta si tradurrebbe
in un danno rilevante per gli azionisti che hanno riposto fiducia
sin dall’avvio del processo di privatizzazione nella società».
Fin qui i diretti interessati. Ma ieri è uscito anche su lavoce.info un articolo
che cita un precedente: la tassa sul tubo della Sicilia, che si è imbattuta
nella censura del Tar e della Commissione Ue. Inoltre, osserva l’articolo,
siccome i soldi veri non li fanno Terna e Snam,ma le società «a monte
», Enel e Eni, sarebbe più appropriato colpire le due galline dalle uova
d’oro ancora controllate dal Tesoro con un’imposta diretta sui profitti,piuttosto
che le controllate. Noi non se siamo così certi. Pensiamo, e lo abbiamo
già scritto,che questo nuovo balzello sia un buco nell’acqua.Primo,perché
è una nuova tassa,secondo perché prima poi gonfierà le bollette degli
utenti (sicuramente le società faranno ricorso contro il divieto di traslazione
sulle bollette ed è facile che vincano).Insomma,contraddice in pieno la
finanziaria tremontiana di «niente nuove tasse» e «aiuti alle famiglie».
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