Il governo non pensa di rivedere al ribasso le stime sulla crescita dell’Italia che, anche grazie all’approvazione anticipata della manovra per il prossimo triennio, si trova in una buona posizione per fronteggiare una crisi finanziaria dall’incerto andamento. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, in una conferenza stampa a palazzo Chigi in cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, dopo giorni di indiscrezioni giornalistiche sui cattivi rapporti tra i due, gli ha riconosciuto pubblicamente il merito di aver introdotto una vera rivoluzione nella gestione dei conti pubblici.
“Viviamo in una fase caratterizzata da un alto tasso di incertezza. La nostra ipotesi di lavoro e di metodo è stata fatta nel Dpef e la nostra ragionevole previsione è di confermare i numeri dati”, ha detto Tremonti ribadendo l’impegno al pareggio di bilancio entro il 2011. Il Dpef indica per l’anno in corso una crescita del Pil di 0,5% e un rapporto deficit/Pil al 2,5%. Il prossimo anno il disavanzo dovrebbe scendere al 2% e il Pil salire dello 0,9%.
Secondo alcuni economisti e il ministro ombra del Pd, Pierluigi Bersani, la manovra triennale da oltre 36 miliardi approvata ieri dal Parlamento ha un effetto depressivo sull’economia. Mentre la Commissione europea la scorsa primavera ha diffuso dati previsionali simili a quelli del governo di Roma (0,5 nel 2008 e 0,8 nel 2009), il Fondo monetario internazionale ad aprile ha attribuito all’Italia una crescita di appena lo 0,3% per i due anni. La Confindustria prevede per quest’anno una crescita prossima allo zero (+0,1%) e per il prossimo anno stima un +0,6%.
“SAGGIO ANTICIPARE LA FINANZIARIA” “E’ stato saggio anticipare la Finanziaria alla luce del deterioramento nel primo semestre dell’anno della congiuntura economica”, ha affermato un Tremonti apparentemente meno pessimista del solito sulle prospettive della crisi innescata dai mutui sub-prime americani di cui oggi ricorre l’anniversario. “Non è facile dire adesso come andranno le cose. Le variabili sono troppe. Noi siamo realisti e vediamo che la crisi c’è ed è in qualche modo sospesa, ma si manifesta all’improvviso”.
E poi: “Riusciranno i nostri eroi a gestire la crisi economica? Noi speriamo di sì, ma la nostra filosofia di fondo è che quando i fattori esterni avranno ridotto l’impatto, l’Italia sarà più forte di prima, più forte di molti altri”. Tremonti ha elencato come elementi di forza dell’Italia la presenza di un governo stabile e destinato a durare, la propensione al risparmio e lo scarso indebitamento delle famiglie, la solidità del sistema pensionistico dopo quattro riforme e soprattutto la solidità delle banche.
“Il sistema bancario italiano a differenza di altri è solido. Le prime due banche italiane [Unicredit e Intesa Sanpaolo] sono fra le prime dieci del mondo per capitalizzazione”, ha detto Tremonti. Tuttavia bisogna essere realisti: “Le due agenzie immobiliari americane hanno un portafoglio da 8-12 trilioni di dollari e il Pil italiano da 1 trilione di dollari: questi sono i fatti che abbiamo davanti” (ha contribuito Francesca Piscioneri) (REUTERS).