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TREMONTI ESAGERA. DICE CHE LA CRISI E’ UN VIDEOGIOCO SENZA ‘GAME OVER’

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La crisi, non soltanto finanziaria ma globale, come un videogame con un susseguirsi di mostri da combattere, senza però la possibilità di premere il tasto ‘game over’.

Questa la nuova metafora coniata dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, intervenuto a Milano all’inaugurazione dell’anno accademico 2008-2009 dell’Università Cattolica.


“E’ come vivere in un videogame che però non prevede l’opzione del ‘game over’: batti il primo mostro ma quando ti riposi ne arrivano altri” spiega dopo una lunga prefazione dedicata al tentativo di definizione di ‘economia sociale di mercato’.

“Il primo mostro sono stati i ‘subprime’ e quello è stato in qualche modo affrontato, sono poi arrivati il collasso del mercato del credito, il crollo delle istituzioni finanziarie e il tracollo delle borse. Dietro l’angolo ci sono altri mostri: le carte di credito, la classificazione dei bond quindi il mostro dei mostri – i derivati – dal rischio incalcolabile” aggiunge.


Il ministro torna così a definire la crisi ‘globale’ per un duplice ordine di ragioni: in primo luogo per l’estensione geografica ma soprattutto perché trae origine dal fenomeno della globalizzazione, la cui accelerazione è stata eccessiva e soprattutto “troppo a debito”.

PROFETICO TESTO ’85 RATZINGER, CRISI PORTA PERO’ A SOLUZIONE


Auspicando l’avvio di una nuova riflessione sul rapporto tra etica ed economia da sostituirsi al “capitalismo take-away” degli ultimi dieci-quindici anni, una delle numerose citazioni dell’inquilino di Via XX Settembre fa riferimento a un testo “profetico” – datato 1985 – dell’allora cardinale e oggi Papa Joseph Ratzinger.


“In caso di declino della disciplina in economia esiste una previsione secondo cui il fenomeno porta all’implosione delle stesse leggi di mercato: è contenuta in uno scritto dell’1985 del cardinale Ratzinger” dice.


Facendo infine riferimento alla necessità di introdurre “ordine e disciplina morale attraverso la legge”, il ministro apre a uno spiraglio di ottimismo ricordando che l’evoluzione di qualsiasi crisi porta comunque a una soluzione, nel concreto alla possibile realizzazione di “un capitalismo in versione più umanistica”.


“Ci troviamo in territorio incognito e la fase attuale si caratterizza per particolare criticità e complessità ma alla fine c’è sicuramente un cambiamento di prospettiva. […] Al paradigma della domanda di beni di consumo – magari superflui e meglio se comprati a debito – va sostituito quello di una domanda civile, organizzata per investimenti collettivi fatti non a debito per il bene del futuro” sono le parole che concludono la lunga prolusione.


Investitori e risparmiatori insieme a mercati e osservatori internazionali attendono intatnto dal consiglio dei ministri di mercoledì prossimo il dettaglio degli interventi governativi in risposta alla crisi.

Tramite lo strumento del decreto legge l’esecutivo dovrebbe destinare allo sviluppo fondi per complessivi 80 miliardi di euro – 16 miliardi da destinare a infrastrutture, 40 miliardi di fondi Ue per ambiente, ricerca e sviluppo, 10 miliardi da un accordo con le compagnie autostradali e 14 in un pacchetto che dovrebbe comprendere famiglie, banche e imprese.


Il provvedimento a favore degli istituti di credito, ha detto il presidente Abi Corrado Faissola, riguarda soltanto le banche quotate e non prevede la modifica di nuve soglie minime per i coefficienti patrimoniali, diversamente da quanto sostengono odierne indiscrezioni stampa.