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Tremonti-Draghi blindano banche e in Italia è fuga dai conti correnti

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Roma – Giulio Tremonti e Mario Draghi “blindano” le banche. Nei giorni scorsi, scrive il quotidiano ‘Milano Finanza’, il numero uno di via XX settembre, nella sua veste di presidente del Cicr (il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio, del quale il comitato di stabilità è una costola), ha firmato un decreto d’urgenza per recepire definitivamente le regole di vigilanza prudenziale per il sistema bancario.

Regole che prevedono l’autorizzazione preventiva della Banca d’Italia a qualsiasi acquisto di quote di istituti di credito che superi la soglia del 10 per cento. Non solo. La stessa autorizzazione dovrà essere rilasciata da via Nazionale anche per quote inferiori che però possano determinare un’influenza rilevante sulla banca, anche nel caso di concerto tra più soggetti.

Così come dovrà ottenere il via libera di Palazzo Koch qualsiasi accordo o patto che comporti congiuntamente il controllo di pacchetti azionari tali da poter influenzare la gestione strategica di un istituto.

da Mf-Dow Jones

Soffia il vento della patrimoniale e gli italiani cercano in tutti i modi di correre ai ripari.

In base agli ultimi dati diffusi dalla Banca d’Italia, scrive MF, a inizio giugno mancavano all’appello oltre 140 miliardi da banche e fondi comuni rispetto al luglio 2010, di cui quasi 25 miliardi solo dai conti correnti. Siamo di fronte a una fuga di capitali? Cosi’ sembra.

L’incubo degli italiani e’ che si ripeta quanto avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1992, quando il governo guidato da Giuliano Amato approvo’ un decreto d’emergenza che autorizzava un prelievo del 6 per mille su tutti i conti correnti; una patrimoniale una tantum per impedire il fallimento dell’Italia, in quei mesi nel mirino della speculazione.

Oggi la situazione sembra ripetersi e la manovra varata poche settimane fa non sembrerebbe sufficiente per scongiurare il peggio. Al punto che il premier Silvio Berlusconi potrebbe annunciare proprio oggi alla Camera la reintroduzione di una patrimoniale “light”, che si aggiungerebbe alla patrimoniale sui conti-titoli gia’ introdotta nella manovra varata a inizio luglio. Uno scenario estremamente negativo per i risparmiatori italiani, che non sembrano pero’ essere rimasti con le mani in mano.