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TREMONTI: ADDIO AL MERCATO EUROPEO

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(WSI) – «La corsa degli Stati europei a costruire barriere protettive va fermata, siamo ancora in tempo. Se si va avanti così si rischierà l´effetto agosto 1914. Allora nessuno voleva la guerra, poi la guerra si è fatta. Oggi nessuno vuole il blocco del mercato europeo, poi se qualcuno lancia un ultimatum l´altro risponde, e l´effetto è a cascata».

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Giulio Tremonti, di ritorno dall´incontro dell´Aspen di Berlino, è preoccupato dalle decisioni di Parigi contro l´offensiva dell´Enel. E ironizza sul diverso trattamento riservato dai giornali internazionali alla Francia rispetto al nostro Paese: «Ieri un importante giornale straniero market oriented – dice il ministro riferendosi probabilmente al Financial Times – riferiva dell´atteggiamento francese nei confronti dell´Enel in termini assolutamente descrittivi. Se quel tipo di atteggiamento fosse stato assunto in Italia allora il giudizio sarebbe stato meno obiettivo, più critico».

L´allarme di Tremonti sfocia in una «provocatoria previsione». Se si va avanti di questo passo, «nella legislazione europea apparirà una nuova figura giuridica, quella della clausola della nazione più protetta: in caso di operazioni trasnazionali non ci sarà bisogno di una legge nazionale, basterà applicare la legge del Paese più protezionista, con una specie di shopping legislativo».
Scenario da evitare a tutti costi, dice il ministro, anche se purtroppo appare sempre più come «una realistica possibilità». «Forse è il caso che tutti si diano una regolata. Qualcosa di strano, di critico sta succedendo sui mercati europei. Dobbiamo riflettere. Anche perché la legge italiana sulle Opa è più aperta e liberale della stessa direttiva Ue e della normativa di altri Paesi che sembrano aver preso un´altra direzione, come Francia e ora anche come Spagna».

I timori di un nuovo soprassalto di protezionismo nazionale in tutta Europa hanno del resto quasi monopolizzato il dibattito tra banchieri, economisti e politici all´Aspen di Berlino. Due giorni fa Mario Monti aveva detto di temere le nuove barriere e ieri, scambiando qualche veloce battuta con Repubblica al termine del convegno, Tommaso Padoa Schioppa, tra i papabili a guidare il ministero dell´Economia di un eventuale governo di centrosinistra, ha espresso analoghe preoccupazioni.

«Temo la rinascita di un nazionalismo economico», ha replicato sollecitato sul tema della “guerra delle Opa”. «Il rischio è che si pensi che questa situazione sia colpa dell´Europa, invece è vero proprio il contrario: non c´è troppa Europa, ma ce n´è troppo poca. Oggi è necessaria un´Europa più forte non più debole – ha proseguito Padoa Schioppa – I due o tre grandi Paesi europei pensano di essere abbastanza forti da poter risolvere da soli i problemi, invece anche loro hanno bisogno dell´Europa. Del resto se si va in Paesi più piccoli come il Belgio o l´Austria, il problema non si pone e le cose si svolgono con maggiore tranquillità».

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