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Transazioni internazionali: Francia spara a zero su egemonia dollaro

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NEW YORK (WSI) – L’Establishment politico e finanziario francese spara a zero sull’egemonia del dollaro nelle transazioni internazionali, dopo che le autorità statunitensi hanno multato con 9 miliardi di dollari la BNP Paribas per aver aiutato alcuni paesi ad evitare sanzioni.

Michel Sapin, il ministro delle Finanze francese, ha chiesto un “riequilibrio” delle valute utilizzate per i pagamenti globali, dicendo che il caso BNP Paribas dovrebbe “farci capire la necessità di utilizzare una varietà di monete”.

La notizia è stata ripresa dal Financial Times che ha anche riportato le sue parole: “Noi (europei) commerciamo con noi stessi in dollari, per esempio quando vendiamo aeroplani. È necessario? Io non la penso così. Penso che sia importante, e possibile, un riequilibrio, non solo per quanto riguarda l’euro, ma anche per le grandi valute dei paesi emergenti, che rappresentano sempre di più il commercio mondiale”.

Christophe de Margerie, amministratore delegato della Total, la più grande società per capitalizzazione di mercato in Francia, ha dichiarato che non vede alcun motivo per cui gli acquisti di petrolio debbano essere effettuati in dollari, anche se il prezzo di riferimento (in dollari) è destinato a rimanere: “Il prezzo di un barile di petrolio è quotato in dollari,” ha detto, “Una raffineria potrebbe prendere tale prezzo e, utilizzando il tasso di cambio euro-dollaro in un dato giorno, accettare di effettuare il pagamento in euro.”

Anche l’amministratore delegato del gruppo industriale CAC 40 è della stessa idea: “Le aziende come la nostra sono in un vicolo cieco perché vendono in dollari, ma non vogliamo avere sempre a che fare con tutte le norme e i regolamenti degli Stati Uniti”.

In conclusione Sapin ha quindi sottolineato la necessità di un’alternativa, anche se ha rifiutato di entrare nel dettaglio su quali misure concrete potrebbero emergere.

Nonostante gli sforzi per diversificare, molte banche centrali però dicono che ancora non vedono alternative reali per la sicurezza e la liquidità del mercato dei titoli del Tesoro USA, e inoltre detengono oltre il 60% delle loro riserve in dollari.

Un alto funzionario francese ha infine messo in dubbio la capacità del governo per stimolare l’ulteriore utilizzo dell’euro nel commercio internazionale: “Alla fine è difficile sapere cosa può accade e quali benefici possa portare. È il mercato a decidere queste cose”.