Economia

Trading on line: scatta piccola rivoluzione. Operatori: “Rischio fughe”

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Novità in arrivo da agosto per i privati che fanno trading on line, ossia investono denaro tramite operatori specializzati puntato su titoli, materie prime o azioni.

Secondo quanto annunciato dall’Esma, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, cambiano le regole per fare trading, fornendo, assicura il numero uno dell’autorità Steven Maijoor, maggiore protezione degli investitori nell’Unione europea visto che le nuove regole normative per la prima volta garantiranno che gli investitori non possano perdere più denaro di quanto hanno investito”.

Ma andiamo per ordine. Dal 1° agosto sarà infatti ridotta la “leva” per chi fa trading online con gli strumenti finanziari scambiati sui mercati non regolamentati, quel che avviene in particolare con i Cfd (contract for difference, contratti per differenza). A spiegarne il meccanismo un articolo di Raffaele Ricciardi su Repubblica.

“La “leva” utilizzata nel trading online consente a un investitore di puntare una piccola somma su uno strumento finanziario, ma amplificare l’effetto della sua scommessa grazie al denaro che viene messo a disposizione dal broker che intermedia l’operazione. In pratica, si entra sul mercato per valori ingenti disponendone solo una piccola percentuale. In cambio, sul proprio conto di trading viene richiesta la disponibilità di un “margine”, un capitale proprio del trader a garanzia dell’operazione. In sostanza, quando si parla di leva 100 a 1 significa che è richiesto un margine dell’1% e con 1.000 euro sul mio conto di trading posso scommettere su una valuta muovendo un valore pari a 100mila euro. La leva consente dunque di amplificare i guadagni, ma potenzialmente anche le perdite. Il broker – che si remunera attraverso le commissioni – liquida le posizioni in rosso in modo da non far perdere al cliente più del margine richiesto”.

Ebbene da oggi, 1° agosto 2018, per i Cdf (contract for difference, contratti per differenza) la leva dei clienti retail potrà esercitarsi solo entro certi limiti, a seconda del sottostante sul quale si inverte. Nel dettaglio sarà di 30:1 per le valute principali, 20:1 per le altre valute, l’oro e gli altri indici principali, 10:1 per le altre materie prime diverse dal lingotto e gli indici azionari non principali, 5:1 per le singole azioni e 2:1 per le criptovalute.

“In pratica, se ora per muovere 100mila euro sul cambio euro/dollaro basta un margine di 250, si dovrà salire a 3.333 euro sul conto”.

La novità però non vale per i trader più esperti, ossia coloro che hanno almeno due dei seguenti tre requisiti: aver operato almeno dieci volte in ognuno degli ultimi quattro trimestri; abbiano esperienza professionale in ambito finanziario; abbiano almeno 500mila di patrimonio (immobili esclusi).

Alex Pusco, CEO di ActivTrades lancia l’allarme.

“Si tratta di un’ennesima stretta per un settore che negli ultimi anni ha già subito numerose restrizioni, divenendo uno di quelli maggiormente regolamentati nell’ambito finanziario (…) Chiaramente una riduzione della leva così forte potrebbe determinare un vero e proprio shock. Stiamo parlando di un taglio medio alla leva nell’ordine del 95% (…) Aprono spazio per una falla che al momento appare potenzialmente di dimensioni ampie. Infatti, i broker non europei potrebbero continuare ad offrire una leva massima di 1:400. Si parte da un’esigenza di tutela verso il trader, lasciando aperta la possibilità ad una sua emigrazione verso broker non europei che talvolta non sono in grado di offrire le garanzie necessarie per un trading sicuro”.