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TRADER ONLINE, VI RICONOSCETE IN QUESTO IDENTIKIT?

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Borsa Italiana ha presentato uno studio sui comportamenti dei traders online italiani che utilizzano il canale online per la negoziazione di strumenti finanziari in modo non saltuario (almeno due scambi al mese).

Il trading online è un fenomeno recente, in rapida evoluzione, che presenta potenzialità di crescita anche alla luce degli scenari di diffusione attesi per Internet.

Lo studio, che è stato effettuato nel dicembre 2003 attraverso 200 interviste telefoniche a traders online, analizza:

la composizione del portafoglio di attività finanziarie detenute

i livelli di operatività sui singoli prodotti negoziati

il giudizio sui servizi di trading online utilizzati

il giudizio sulle fonti informative a supporto dell’attività di negoziazione

Vengono inoltre confrontate le caratteristiche di coloro che scambiano ogni giorno (day & heavy traders) e di coloro che, pur non scambiando quotidianamente, utilizzano il canale online in modo non saltuario (Tol attivi).

Profilo del trader online

I Traders online (Tol), una popolazione di poco più di 100 mila soggetti, si caratterizzano per alto livello di autonomia decisionale, elevato numero di negoziazioni e per un orizzonte temporale breve nella gestione del portafoglio online e presentano un profilo ben definito, sia rispetto alla popolazione italiana che all’insieme dei risparmiatori.

In generale il trader online è un maschio (98,0% rispetto al 48,7% della popolazione italiana), residente nel Nord Ovest (38,2% rispetto al 24,7%), tra i 35 e i 44 anni (40,0% rispetto al 22,0%), libero professionista, lavoratore autonomo o imprenditore (30,0% rispetto al 4,5%).

Ha una cultura e livelli di reddito medio-alti: il 40,0% è laureato e il 58,5% ha un reddito mensile familiare superiore ai 2.500 euro (contro rispettivamente il 6,7% e il 20,9% della popolazione italiana).

Dal punto di vista dell’approccio all’investimento, opera in piena autonomia decisionale (78,0%) e solo saltuariamente coinvolge un professionista nel processo di investimento (4,0%); effettua un elevato numero di transazioni; attribuisce agli investimenti eseguiti online un orizzonte temporale più breve rispetto alle altre tipologie di allocazione del risparmio (51,0%).

Si tratta di un investitore con un buon livello di sofisticazione finanziaria: il 44,0% ha frequentato almeno un corso di formazione su temi finanziari e il 51,5% dedica più di dieci ore alla settimana per attività connesse alla gestione delle proprie attività finanziarie.

La composizione del portafoglio del trader online

Il portafoglio dei Tol è caratterizzato dall’elevata diffusione di strumenti finanziari quotati; le azioni domestiche e, in particolare le Blue Chips, sono state negoziate pressoché da tutti gli intervistati.

Nel 44,5% dei casi sono state negoziate azioni quotate su Borse estere e, nel 53,0% dei casi, strumenti derivati.

Il portafoglio evidenzia una notevole diversificazione: i Tol detengono anche titoli di Stato, obbligazioni, prodotti del risparmio gestito e prodotti previdenziali e assicurativi.

Il 42,0% degli intervistati ha dichiarato di negoziare online tutti i giorni o quasi, il 35,5% almeno una volta alla settimana e il 22,5% almeno una volta ogni 15 giorni.

L’attività di negoziazione dei Tol si concentra su azioni e derivati: nel complesso gli strumenti più movimentati sono quelli dell’Idem (futures e opzioni) e le azioni italiane, seguono le azioni estere, i securitised derivatives e gli Etf.

I criteri che motivano le scelte di trading

Se si analizzano i criteri di acquisto, detenzione e vendita si osserva come siano raramente citate ragioni di diversificazione e asset allocation complessiva del portafoglio.

I criteri utilizzati nella scelta delle azioni da acquistare sono i risultati societari positivi (41,1%), l’analisi tecnica (36,0%) o gli andamenti passati dei prezzi dei titoli (22,3%). Risultano inoltre citate, a integrazione delle prime, anche ragioni basate sull’information-based familiarity, secondo cui si predilige l’investimento in aziende note, che operano in un settore conosciuto o vicine dal punto di vista territoriale. Questi criteri di scelta tendono ad affievolirsi al crescere della competenza dell’investitore.

Tra le ragioni del mantenimento in portafoglio delle azioni prevale l’attesa di un’ulteriore crescita dei prezzi (66,1%) nonché la ritrosia, nota come disposition effect, nel liquidare posizioni in perdita (21,3%). Le buone performance registrate sono fra le ragioni più frequenti nella fase di vendita rispetto alla fase di acquisto (rispettivamente 53,3% e 22,3%).

Il 16,8% utilizza regole di vendita fissate a priori.

Tra le motivazioni legate alla negoziazione di strumenti derivati, il 70,8% cita la possibilità di sfruttare opportunità di guadagno con un contenuto investimento iniziale, cui si aggiunge un 11,3% che menziona ragioni ludiche. Solo il 16,0% cita le opportunità di copertura e il 10,4% ragioni di diversificazione del portafoglio.

Tra coloro che non utilizzano strumenti derivati, il 37,6% dichiara di non conoscerli e il 19,4% di non avere le competenze necessarie. Per il 24,7% sono invece percepiti come strumenti troppo rischiosi. Tra le difficoltà di negoziazione sono citati problemi di liquidità (28,3% dei d&h traders), complessità dello strumento (9,4%) e difficoltà di monitoraggio (10,4%).

La frequenza degli scambi non sembra dipendere dalle caratteristiche socio-demografiche degli investitori quanto piuttosto dagli aspetti comportamentali: l’autonomia decisionale e, anche se in modo meno deciso, il grado di sofisticazione sono positivamente correlati con il numero di transazioni effettuate. La sofisticazione dell’investitore, cui si affianca l’utilizzo esclusivo del canale online, spiega anche la scelta di negoziare strumenti derivati. Solo per futures e opzioni, assumono rilievo anche l’utilizzo di intermediari specializzati e di più fornitori di servizi online.

Il canale utilizzato per il trading

Nel 61,0% dei casi il canale online si presenta come esclusivo. Laddove viene affiancato ad altri, questi sono la banca tradizionale (24,5%), il promotore finanziario bancario (11,0%) o una Sim (10,0%).

Anche per tipologia di prodotto il canale online, se utilizzato, è prevalente o esclusivo. L’elevato grado di penetrazione appare però concentrarsi sugli strumenti finanziari più idonei a valorizzare i benefici dell’operatività real time. Per azioni, derivati ed Etf il canale online è usato in più dell’80% dei casi (96,4% per le azioni italiane); scende invece al 50% circa per titoli di Stato e obbligazioni e al 35% circa per i fondi comuni.

Sul fronte della tipologia di intermediari utilizzati (non necessariamente in modo esclusivo), nel 52,0% dei casi si tratta di brokers che, per tipo di offerta o canale distributivo prevalente, possono essere definiti specializzati.

Tra i bisogni ritenuti importanti nella scelta di un intermediario sono considerati primari quelli legati all’affidabilità tecnologica della piattaforma (93,2%) e alla disponibilità in continuo delle quotazioni degli strumenti finanziari (91,9%), cui seguono elementi legati all’efficienza (costi, velocità e facilità d’uso della piattaforma).

Le fonti informative utilizzate dai traders online

Le informazioni consultate riguardano il monitoraggio diretto degli investimenti (grafici di prezzi e indici nel 72,5% dei casi, analisi tecnica nel 65,0%, bilanci di società quotate nel 30,0%) oppure contributi che forniscono scenari di contesto (economico nel 66,0% dei casi o societario nel 67,5%); solo il 14,5% si avvale dei consigli di un esperto/conoscente.

Tra i canali informativi la prevalenza di Internet è massiccia (83,5%). Il 66,0% degli intervistati affianca comunque fonti di tipo tradizionale e soprattutto quotidiani specializzati (54,3%). Sono invece pressoché assenti le fonti informative relazionali (impiegato di banca e commercialista non sono mai menzionati, solo l’1,5% cita il promotore finanziario).

I day & heavy traders

I Tol che operano con frequenza giornaliera (d&h traders) sono stimabili in circa 10 mila.

Mantengono le caratteristiche già citate ma presentano un più elevato livello di sofisticazione (che è direttamente correlato con la frequenza di negoziazione).

Presso i d&h traders la diffusione di azioni estere e derivati è maggiore (54,1% e 62,2%). Tra i derivati, vengono favoriti i prodotti Idem (69,6%) rispetto ai securitised derivatives, più diffusi presso i Tol attivi (81,7%).

I d&h traders fanno con maggiore frequenza ricorso (60,8% contro 46,8% tra i Tol attivi) a brokers specializzati e considerano particolarmente importanti le facilities operative e le opportunità di education.

In relazione ai possibili sviluppi nel breve termine del trading online, il 93,0% degli intervistati dichiara che continuerà sicuramente a negoziare online e il 46,5% prevede un incremento dell’operatività con questo canale.

Il BItNotes n. 11 “Profili e comportamenti dei traders online – Primo rapporto sul mercato italiano” è disponibile sul sito Internet di Borsa Italiana, nella sezione Pubblicazioni (http://www.borsaitaliana.it/ita/mercati/homepage/pubblicazioni/bitnotes).

La collana BItNotes è finalizzata alla diffusione delle analisi realizzate in Borsa Italiana o presentate in seminari interni su tematiche relative al mercato borsistico.