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TRADER ALERT: ARRIVA IL FUTURE SULLA VOLATILITA’

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Il Chicago Board Option Exchange (CBOE) prosegue nella sua opera di innovazione degli strumenti derivati quotati sul mercato. Dopo aver cambiato uno degli indici piu’ seguiti per misurare il “nervosismo degli investitori”, adesso si prepara a lanciare un contratto future e probabilmente al piu’ presto delle opzioni, sullo stesso.

Lo strumento di cui stiamo parlando e’ il (VIX – CBOE). Varato nel 1986 questo indicatore misura la volatilita’ delle opzioni su un determinato indice azionario. Storicamente la volatilita’ implicita tende a salire in momenti di forti ed improvvisi ribassi del mercato sottostante (l’equity). Proprio per questo motivo il VIX e’ considerato il piu’ importante “contrarian indicator” insieme al put/call ratio a Wall Street.

Quando la volatilita’ e’ molto bassa, gli investitori sono normalmente “troppo” fiduciosi nelle prospettive di rialzo dell’indice di riferimento, allo stesso modo, a valori del VIX molto elevati corrispondono fasi di vero e proprio “panico” che potrebbero non essere giustificate dal quadro economico/finanziario sottostante.

Il primo e piu’ importante cambiamento del VIX e’ avvenuto nel settembre del 2003 quando l’indice di riferimento e’ cambiato dall’S&P 100 all’S&P 500. La volatilita’ misurata sulle opzioni call e put e’ riferita al secondo e non piu’ al primo dal 22 settembre 2003. Diversa e’ anche la formula di pricing utilizzata che prima era la famosa Black&Sholes e adesso e’ una metodologia studiata appositamente per questo utilizzo.

Il VIX rimane una misura della volatilita’ attesa dal mercato nel breve periodo (30 giorni), tuttavia il numero dei contratti di opzione utilizzati per il calcolo e’ aumentato considerevolmente. La stessa metodologia e’ stata applicata al VXN (VXN – CBOE) l’indice che misura la volatilita’ attesa delle opzioni sul Nasdaq 100. Il vecchio VIX viene oggi trattato sotto il simbolo VXO.

Fin qui la teoria. Messo a punto un indicatore piu’ significativo, il CBOE ha deciso di quotare un future sullo stesso. La data prevista per l’inizio delle contrattazioni e’ il 26 marzo 2004. L’indice di riferimento sara’ il VXB (jumbo VIX), pari a 10 volte il VIX. Il contratto avra’ una dimensione pari a $100 moltiplicato il VXB.

Senza addentrarci nelle specifiche tecniche del future, la possibilita’ di fare trading direttamente sulla volatilita’ aggiunge senz’altro uno strumento di risk management che puo’ rivelarsi utile in diverse situazioni. Oltre all’utilizzo per la semplice speculazione, uno degli esempi che vale la pena di considerare e’ quello del covered write.

Il covered call write consiste in una posizione lunga sul titolo e una corrispondente corta sulla call. L’idea di fondo e’ quella di vedere il proprio titolo richiamato grazie all’esercizio dell’opzione e quindi incassare il premio della stessa. Facciamo un esempio per essere piu’ chiari.

Acquistiamo l’azione XYZ a $57.30 sul mercato e vendiamo la corrispondente call, strike price $60, al prezzo ipotetico di $5.50.

Nel caso il prezzo salga oltre quota $60 il nostro profitto sara’ dato dal premio incassato sulla call piu’ la differenza tra lo strike price e il prezzo di acquisto ($60 – $57,30) piu’ l’eventuale dividendo sul titolo se questo c’e’ stato, diviso il capitale investito. Ovviamente il ritorno va calcolato su base annua per i giorni in cui siamo rimasti investiti sul mercato. In questo caso si parla di “Call return”.

Alternativamente se il titolo non si e’ mosso, il nostro ritorno sara’ dato dal premio sull’opzione incassato piu’ l’eventuale dividendo, diviso per il capitale investito, il tutto calcolato su base annua come nell’ipotesi precedente. In questo caso pero’ avremo l’azione ancora in portafoglio. Questo tipo di ritorno e’ chiamato “Static return”.

La strategia offre anche una limitata protezione contro il rischio di ribasso. Nel nostro esempio infatti; l’investitore rimarra’ sopra al break even fino a quando l’azione XYZ non scende sotto $51,80 ($57,30 – $5,50). Sotto tale livello l’operazione e’ in perdita.

Come e’ evidente questa strategia di investimento e’ moderatamente rialzista. Il rischio maggiore sopportato dall’investitore e’ dato da un forte e repentino calo del titolo con rialzo della volatilita’ sull’opzione corrispondente. Se questa ipotesi si avvera per un fatto che riguarda XYZ in particolare non ci sono molte alternative che chiudere la posizione sia sulla call che sull’azione.

Al contrario se il ribasso e’ dovuto ad un calo generale del mercato il future sulla volatilita’ puo’ essere lo strumento piu’ indicato per proteggere la nostra posizione. In questo caso andare lunghi sul contratto sul VXB, soprattutto se rimaniamo fiduciosi della validita’ della nostra scelta entro la scadenza dell’opzione, puo’ rivelarsi la mossa piu’ opportuna.

Qui sotto e’ possibile osservare un grafico che riporta la variazione giornaliera del VIX corrispondente ad una dell’S&P. Il grafico e’ tratto dalla brochure esplicativa del calcolo della nuova formula dell’indice della volatilita’, pubblicata dal CBOE.