Fiat e General Motors hanno posposto di un anno il controverso “put” su Fiat auto: cioè il diritto di Fiat a obbligare GM a rilevare integralmente il settore auto torinese. E’ una buona notizia, che evita speculazioni dannose.
Con la nuova intesa Fiat non potrà esercitare il put prima del 2005, mentre GM prima d’allora non potrà adire le corti americane, per impugnarne eventualmente la validità. Sono passati 3 anni da quando GM, per acquistare il 20 per cento di Fiat, assunse il vincolo sul resto.
Allora la Fiat stava per imboccare il momento più buio della sua crisi, a causa della vecchiaia dei modelli, della dura concorrenza di Toyota e Peugeot e dell’eccesso di debiti, fatti per investire nei più disparati settori (dagli acquisti americani a prezzi eccessivi a Edison elettricità).
Anche per GM, con lo sgonfiamento del boom americano e la concorrenza asiatica, la situazione è divenuta poco brillante. E i suoi capi, che avevano disegnato un’ambiziosa strategia mondiale mediante acquisti e partecipazioni in altre case, tirano da tempo i remi in barca. In Europa GM ha grattacapi con la controllata Opel, che non accetta certo di ridimensionarsi a vantaggio della Fiat.
A sottolineare il più cauto indirizzo, GM non ha sottoscritto l’aumento di capitale di Fiat auto, sicché ora la sua quota azionaria a Torino è scesa al 10 per cento. Fiat sta faticosamente ma finalmente voltando pagina. Umberto Agnelli, che governa una crisi di cui è incolpevole, ha immesso risorse finanziarie fresche nell’auto.
Con la nomina prima di Giuseppe Morchio ad amministratore delegato della holding, ora dell’austriaco Herbert Demel, già risanatore di Volkswagen Brasile, a capo del settore auto, l’ultimo Agnelli ha iniziato un processo di ristrutturazione e rilancio che punta soprattutto su uomini dell’industria anziché, come in precedenza, della finanza.
La crisi Fiat non è alle spalle. Le perdite dell’auto nel 2003 dovrebbero scendere a 1 miliardo di euro, il pareggio arrivare tra 2004 e 2005. Le rottamazioni e le altre compiacenze di governi amici erano rimedi peggiori del male. Il male si combatte concentrandosi nel proprio business, mettendoci i quattrini e i generali giusti.
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