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TRA 5 ANNI SAREMO SOLO SU INTERNET

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(WSI) – “Non so davvero se stamperemo ancora il Times tra cinque anni, e, se vuole proprio saperlo, non me ne importa. Internet è un posto meraviglioso e noi lì siamo leader”. E’ la posizione dell’editore del New York Times, Arthur Sulzberger, in un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano israeliano Haaretz.

Il sito web del New York Times è salito al milione e mezzo di visitatori al giorno, contro l’1,1 milioni di abbonati all’edizione cartacea. Di contro, da quattro anni la società editrice del quotidiano registra bilanci in rosso (la settimana scorsa, il gruppo ha dichiarato una perdita di 570 milioni di dollari causata da una sua testata, il Boston Globe).

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Perdite che affrettano i tempi di transizione dal cartaceo alla Rete, ammette Sulzberger. “Il New York Times è in viaggio – spiega l’editore – e questo viaggio finirà quando la società smetterà di stampare il giornale. Quella sarà la fine della fase di transizione”.

E’ un processo che ha portato di recente, ad esempio, ha ricordato Sulzberger, a fondere i desk redazionali del giornale stampato e di quello online. E’ anche un processo, ha spiegato ancora l’editore, “che deve fare i conti con le resistenze professionali, con la sfida della raccolta pubblicitaria e con le conseguenti pressioni degli inserzionisti, con la concorrenza dell’informazione capillare, incontrollabile, globale e gratuita dei blog, dell’adeguamento alle sempre nuove piattaforme tecnologiche su cui vengono veicolate le notizie”.

Ma è un processo che porterà gli editori ad abbattere i costi in modo significativo. “I costi non sono neanche lontanamente paragonabili a quelli della carta stampata – assicura Sulzberger – L’ultima volta che abbiamo fatto un grosso investimento nella carta stampata, abbiamo speso un miliardo di dollari. I costi di sviluppo dei siti non raggiungono queste vette”.

Come vivono i giornalisti il cambiamento? Al momento non si registrano grandi cambiamenti, spiega l’editore del New York Times, nonostante l’avvenuta fusione tra le redazioni Internet e quelle della carta stampata: “Il desk di un giornale è come il pronto soccorso negli ospedali, o una caserma, entrambe organizzazioni fortemente orientate al perseguimento di uno scopo, e piuttosto difficili da cambiare. Ma una volta che i giornalisti hanno afferrato il concetto, lo adottano e fanno di tutto per favorire il cambiamento, vecchi manager inclusi”.

Passare dalla carta stampata a Internet, ha però spiegato Sulzberger, non significa né offrire il giornale gratis nè adeguarsi allo stile dei blogger. “Chi vuole leggere il New York Times online dovrà pagare”, afferma. E, quanto alla questione blog, spiega: “Ci sono milioni di blogger là fuori e se il Times si dimentica chi e cos’è, perderà la guerra, e a ragione. Noi siamo i ‘curatori’ delle notizie: la gente non clicca sul New York Times per leggere i blog. Cerca piuttosto notizie attendibili che siano state verificate”.

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