Milano – Lo scenario a cui stiamo assistendo in questo inizio di ottava è ben diverso da quello della fine della scorsa settimana, quando l’indice Eurostoxx era arrivato a segnare la performance settimanale migliore in un anno, mentre dall’altra sponda dell’Oceano, Wall Street ha chiuso la migliore ottava in due anni.
Oggi i mercati sono decisamente più cauti, come si vede dall’andamento delle borse europee. Diversi segnali indicano il ritorno della cautela sui mercati e, di fatto, l’avversione al rischio. Questo, nonostante nel fine settimana l’Eurogruppo abbia dato l’ok alla quinta tranche di aiuti a favore della Grecia e nonostante lo stesso Jean Claude Juncker, numero uno dell’Eurogruppo, abbia detto che non ci sono rischi per l’Italia, la Spagna e il Belgio.
A deprimere le speranze ci ha pensato stamane di nuovo S&P, che ha parlato di minaccia di default selettivo per la Grecia.
Immediata la reazione dei mercati, con l’avversione al rischio che è tornata a bussare alla porta dell’azionario – che sta registrando in Europa una performance piuttosto anemica e indecisa, complice anche l’assenza oggi delle contrattazioni di Wall Street a causa dell’Indipendence Day, e che è stata confermata soprattutto dal rialzo dei titoli di stato tedeschi che, come si sa, vengono considerati spesso alla stregua di titoli “rifugio”. Dopo cinque giorni di flessioni, i Bund a dieci anni sono così saliti attorno a quota 102,01, a fronte di un calo dei rendimenti attorno al 3,01%.
Il rialzo del Bund corrisponde alla pressione a cui tornano a essere sottoposti gli altri titoli di stato europei. In particolare, il differenziale tra Italia e Germania sale di 6 punti base e si attesta a quota 189 punti base dai 183 pb dello scorso venerdì. Le rassicurazioni di Juncker sull’Italia non sortiscono dunque nessun effetto nella giornata di oggi.