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Tonfo euro/franco: fino a quando?

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Legnano – La giornata di oggi sarà tutta dedicata all’attesa per i dati sull’occupazione americana. A differenza della validità che i Non Farm Payrolls hanno assunto nel recente passato, dove hanno portato molta volatilità di brevissimo periodo proprio sulla comunicazione del dato, senza tuttavia andare a muovere il mercato nel medio periodo in quanto, essi, non avevano il potere di far intraprendere delle mosse di politica monetaria alla Banca Centrale americana, cosa molto lontana da quanto percepito dal mercato e dagli operatori oggi.

Infatti, dopo che la Fed ha deciso apertamente di cambiare il wording durante il suo ultimo meeting, comunicandoci le sue intenzioni di mantenere i tassi fermi fino al 2013 – questo è stato il primo passo per prepararci a nuove misure di stimolo monetario che devono essere adottate quando i tassi non si possono/vogliono più abbassare – e dopo che nelle ultime minute si è esplicitata questa volontà, il mercato sta cercando di stimare non tanto se verranno intraprese queste nuove strade, quanto quando la Fed deciderà di muoversi.

Le stime convergono su settembre nel caso in cui i NFP ci mostrino una cattiva release ed in questo caso il numero magico da tenere sotto osservazione sarebbe il 50k, mentre in caso di dati superiori alle 70k unità il sentiment andrebbe a spostarsi su novembre.

Come potrà reagire il mercato di fronte a queste pubblicazioni?

Nel caso in cui i NFP dovessero deludere le attese degli analisti, potremmo assistere a vendite sul UsdJpy e ad acquisti sull’EurUsd e viceversa nel caso di dati positivi, ma andiamo a ragionare meglio sulle possibili price action cui potremmo assistere (tra poco analizzeremo anche i livelli di attenzione).

Per quanto concerne il UsdJpy, in caso di vendita potremmo assistere ad uno schiaffo dato con un guanto bianco alla BoJ, che sembra aver messo un floor a 76 sul livello del cambio. In un caso del genere dunque, si potrebbe assistere ad una perdita di valore del UsdJpy, che però non vada ad toccare i livelli considerati pericolosi per un intervento da parte dell’Istituto Centrale, mentre nel caso in cui i NFP uscissero positivi, lo spazio a rialzo sarebbe sicuramente di più.

Per quanto concerne invece l’EurUsd, abbiamo visto come negli ultimi mesi ha avuto una reazione sul dato, ampiamente riassorbita dal mercato durante le ore successive. Qui dunque potremmo aspettarci delle reazioni che si concentrano sul dollaro, proprio sulla pubblicazione (il che significa che se il dato è brutto l’EurUsd sale, mentre se è bello scende), per poi assistere ad un ritracciamento nelle fasi di mercato che seguono il dato, guidato dall’appetito/avversione al rischio.

Per quanto riguarda i livelli tecnici da considerare, dopo la forte discesa di ieri troviamo dei confini abbastanza stretti sull’EurUsd. Si tratta di 1,4225 e di 1,4300, da sfruttare sulle rotture, che per ora sembrano poter avvenire al ribasso.

Per quanto concerne il UsdJpy, ci spiace ripeterci, ma ci stiamo mantenendo ancora all’interno del range compreso tra 76,40 e 77,25. Anche in questo caso questi sono i livelli da considerare per entrate a mercato sulla pubblicazione dei NFP che probabilmente creeranno molta volatilità di brevissimo, ma che fino a quando non fanno superare determinati livelli tecnici, crediamo non saranno in grado di far partire movimenti direzionali.

L’EurJpy ha rotto il supporto indicato a 109,90 ed è riuscito a compiere un’accelerazione che ha portato i prezzi a 109,50 (in test nel momento in cui scriviamo). La rottura di questo nuovo supporto di breve sembra inevitabile ed il livello di arrivo da considerare può essere stimato in 109,00.

Il GbpUsd continua la sua fase di debolezza e si trova ora sotto il livello di 1,6200. Questo diventa il punto che se superato può farci vedere nuovamente 1,6300, in caso di sua tenuta invece, che al momento sembra lo scenario più probabile, ci si dirige verso 1,6100 (c’è già stato un timido attacco nella direzione di quel livello ieri pomeriggio, che siano state le prove generali?

Continua imperterrita la discesa di EurChf, che sembra destinato ad essere spinto fino a 1,1200. Sarà interessante studiare la price action nei dintorni di quel livello per cercare di capire se si vorrà attaccare il supporto cruciale che la SNB tiene sott’occhio per cominciare a valutare possibili interventi, ossia l’1,1000, oppure se si vorrà tornare verso 1,1400. Se i Non Farm Payrolls deludono, si aprono le porte per la prima strada, da sfruttare con ingressi sell stop.

Se diamo uno sguardo al grafico di UsdChf, vediamo la replica di quanto successo sul grafico del cugino europeo, tuttavia con minori estensioni di movimento. Non abbiamo difatti ancora raggiunto il primo livello di supporto a 0,7900, dopo la rottura di 0,8000, ma crediamo che in mattinata si possa tentare di arrivarci. In caso di sua rottura, 0,7850 sembra poter essere il punto di arrivo.

Terminiamo la settimana, come di consueto, con il dollaro australiano ed il dollaro canadese nei confronti del dollaro americano. Per quanto concerne l’AudUsd, il quadro tecnico non è mutato dagli scorsi giorni, e vede sempre 1,0650 come supporto, mentre ieri il cambio è stato in grado di far segnare un nuovo massimo che ci regala 1,0750 come livello di resistenza.

Il UsdCad invece ha cominciato a stringere la propria volatilità e, come potete notare dal grafico in pagina, ci restituisce due livelli precisi di intervento, dati dalle due linee blu tracciate su un grafico orario.

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