(Teleborsa) – Sessione in rosso per Tokyo e il resto dell’Asia, che tuttavia recuperano dai minimi trainata da una Shanghai bene impostata dopo l’inattesa decisione di alzare di 25 punti base il tasso d’interesse ad un anno sui prestiti e sui depositi, per la prima volta in quasi tre anni. La notizia ha portato vendite soprattutto sui titoli legati alle materie prime, che più di tutti hanno pesanto sull’andamento borsistico. Il Nikkei ha chiuso con un calo dell’1,55% a 9.319 punti, mentre il Topix ha lasciato sul parterre l’1,11% a 824 punti. Tra le altre piazze asiatiche in controtrend Seul con un incremento dello 0,84% a 1.872 punti e Taiwan con un +0,97% a 8.124 punti. Prevalentemente negativi gli altri listini che chiuderanno più tardi le rispettive sedute. Hong Kong lima lo 0,64%, Singapore lo 0,44%, Kuala Lampur lo 0,03% e Bangkok -0,28%. Più marcata la discesa di Jakarta che arretra dell’1,06%. Bene Shangai con un guadagno dello 0,71%, sostenuta soprattutto dalla banche e dalle compagnie aeree. Da rilevare che la borsa cinese, partita male, ha messo a segno una decisa rimonta in scia alle mosse della People Bank of China. Comincia inoltre a circolare l’idea che questa mossa sia l’inizio di una fase di appreezzamento dello yuan, cosa che a quanto pare comincia a piacere agli investitori cinesi.