La banca d’affari Lehman Brothers aveva in mano 12 milioni di azioni di Tiscali nel febbraio scorso quando un suo analista ha emesso un rating negativo su Tiscali e il titolo ha ceduto il 5% in un giorno.
Il rating fissò un target price a €10 -Tiscali quotava €19- e fece discutere a suo tempo. Ma oggi il sito www.breakingviews.com, fondato da giornalisti del Financial Times, scrive che quei 12 milioni di titoli potrebbero essere stati venduti e i proventi usati per stabilire delle posizioni ‘corte’ sul titolo, cioè scomesse su un calo del valore del titolo. Queste posizioni avrebbero poi beneficiato del calo della quotazione in seguito al downgrade di Lehman.
Infatti, in seguito al downgrade il volume di scambi su Tiscali raddoppiò salendo a 10 milioni di azioni scambiate al giorno.
“Se la cosa fosse vera sarebbe un reato – ha detto un operatore di borsa a Wall Street Italia- Il fatto è che il mercato è fermo e le banche si inventano operazioni di tutti i tipi pur di generare commissioni, anche al limite della legalità.”
Può darsi che Lehman abbia una separazione totale tra i suoi analisti e i suoi traders, ma sicuramente l’ombra del conflitto di interessi oscura l’operazione e la notizia esce in un momento in cui gli investitori privati già hanno molti dubbi sui rating delle banche. SULL’ARGOMENTO VEDI ANCHE:
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Gli investitori ormai hanno sviluppato una sana cautela quando vedono ratings ‘buy’ su dei titoli – bisogna però essere cauti anche sui rating ‘sell’.