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TIPS USA: ASPETTATIVE DI INFLAZIONE IN CALO

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(WSI) – In area Euro sono attesi i Pmi servizi finali di agosto che dovrebbero confermare i preliminari ed il dato finale sulla crescita del secondo trimestre, che dovrebbero evidenziare un forte indebolimento dei consumi e degli investimenti.

Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono saliti spinti dal calo del prezzo del petrolio e dall’andamento positivo del mercato azionario. Il rialzo ha interessato tutta la curva, mentre il differenziale 2-10 anni si è ristretto a 6 pb. Intanto in Gran Bretagna, il forte rallentamento della crescita e del mercato immobiliare ha portato il primo ministro a tagliare un’impopolare tassa sull’acquisto degli immobili inferiori ai 175.000 sterline. Relativamente alla crescita europea l’OCSE rimane piuttosto negativa. Sono state infatti abbassate le stime di crescita del 2008 dell’area Euro e del Regno Unito, portate a 1,3% e 1,2% rispettivamente da 1,7% e 1,8%.

Per l’Italia l’ente stima una crescita dello 0,1% dal precedente 0,5%, confermando la difficile situazione in cui verte l’economia italiana. Oggi, in attesa della riunione della Bce di domani, il mercato obbligazionario seguirà la pubblicazione dei dati sulla crescita dell’area e l’andamento del prezzo del petrolio.

Negli Usa il mese di settembre comincia con tassi in forte calo dopo che i dati macro hanno evidenziato un rallentamento del settore manifatturiero ad agosto e della spesa edilizia nel mese di luglio. Il ribasso potrebbe essere stato favorito anche dal ridimensionamento delle aspettative d’inflazione come evidenziato dal forte calo delle breakeven implicite nei Tips. Da segnalare la notizia secondo cui il Treasury Borrowing Advisory Committee, un organo comprendente 14 consiglieri tra fondi e banche d’investimento (incluse Goldman e Soros) ha raccomandato di eliminare o quantomeno ridurre l’apporto dei Tips a 5 anni a causa del maggiore costo a carico dei contribuenti derivato dall’utilizzo di tali strumenti.

Il mercato dei Tips attualmente ha una dimensione di $517 miliardi, secondo i dati di Bloomberg. I listini azionari hanno chiuso in calo dopo una temporanea partenza positiva favorita dal crollo del prezzo del greggio. Tra i peggiori citiamo il settore energia (-6,1%). In controtendenza i finanziari favoriti dal proseguimento delle voci di un interessamento della banca statale coreana KDB al 25% di Lehman.

Infine segnaliamo che in base alle minute relative alle discussioni prima della riunione della Fed di agosto, 3 delle 12 Fed regionali (Chicago, Kansas e Dallas) supportavano un rialzo del tasso di sconto (il tasso per i prestiti alle banche commerciali) di 25 pb a causa delle pressioni inflazionistiche in atto. Sul decennale i supporti si collocano oggi al 3,72% e 3,67%.

Valute: il calo del greggio ha favorito l’apprezzamento del Dollaro che ha raggiunto i massimi degli ultimi 7 mesi nei confronti dell’Euro. Come segnalato ieri, qualora il prezzo del greggio arrivi a toccare quota 100$/barile, l’Euro/Dollaro potrebbe spingersi fino a 1,4360-1,43. La resistenza si colloca a 1,4550. Nel corso della notte l’Euro si è deprezzato anche verso Yen, riavvicinandosi ai minimi della giornata di ieri. Per oggi il supporto più vicino si colloca a 157 con il successivo a 156. L’Euro si conferma una delle valute più deboli del momento ad eccezione della Sterlina che ieri ha toccato un nuovo minimo storico verso la moneta unica a 0,8164.

Materie Prime: giornata negativa per il comparto a causa dell’apprezzamento del Dollaro. Al centro dell’attenzione è stato il greggio WTI che è crollato fino a 105,50$/b per poi ritornare poco sotto i 110$. Forte calo anche per il gas naturale (-8,5%). Il motivo del ribasso è da ricercare nei danni inferiori alle attese causati dall’uragano Gustav. Da oggi alcune compagnie petrolifere cominceranno a riaprire gli impianti per valutare i danni e la produzione dovrebbe riprendere tra circa 10 giorni a causa della carenza energetica in atto nell’area. Passato il timore dell’uragano adesso gli operatori si concentreranno sulla riunione Opec del 9 settembre dove potrebbe essere deciso un taglio della produzione. Negativi i metalli preziosi con l’oro (-3%) che è tornato sulla soglia degli 800$/oncia. Male anche i metalli industriali e le materie prime agricole.

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