Dopo l’assemblea di TIM di mercoledì scorso, gli analisti consigliano di aspettare sino ai primi di maggio per capire esattamente quali sono i fondamentali di TIM e dove andrà il titolo.
Le notizie e i dati presentati da TIM mercoledì non hanno entusiasmato gli analisti. Ma nemmeno i mercati hanno reagito bene a quanto annunciato dall’amministratore delegato, Marco De Benedetti, come ha dimostrato la chiusura con un 3% di ribasso messa a segno dal titolo il giorno stesso.
Gli elementi nuovi presentati in assemblea, considerato che i dati di bilancio 2000 erano già noti da tempo, sono il numero dei nuovi utenti cresciuti a marzo di 400 mila unità a 22 milioni dai 21,6 milioni di fine anno; la chiusura del 2001 con un debito non ancora quantificato, ma previsto al di sotto dei €4 miliardi ipotizzato da alcuni analisti; infine la volontà di costituire una holding per meglio organizzare le attività estere.
I dati sul debito e sulla ridotta crescita del numero dei nuovi utenti erano attesi, hanno commentato all’unisono gli analisti sentiti da WallStreetItalia, e l’appuntamento più importante, per capire lo stato di salute della società telefonica, è rimandato ai primi di maggio. In quei giorni la gallina dalle uova d’oro del gruppo Telecom presenterà la trimestrale e l’ARPU (ricavo medio per utente), il dato che tutti gli analisti attendono come il più significativo.
“Il rallentamento della crescita dei nuovi clienti era attesa – commenta Francesco Pisilli, analista di Caboto – considerata la grossa fetta di mercato è naturale che TIM perda posizioni e anzi sarebbe potuto andare molto peggio”.
Sulla stessa posizione Antonio Ranieri, analista di Uniprof, che rileva come “il mercato italiano sia ormai saturo e la limatura della quota TIM non è preoccupante”.
Per Valentina Romitelli, analista di Warbur Dillon Read, “il dato è debole rispetto ad Omnitel ma non è significativo”.
Ciò che gli analisti vogliono sapere è quale sia la redditività dei clienti (ARPU) nuovi o vecchi che siano perché, di fatto, il dato sui nuovi utenti così presentato dice solo quante carte Sim sono state vendute e come dice Romitelli “questo è uno strano concetto di cliente”.
Insomma la posizione è wait and see sino ai primi di maggio, quando si potra’ capire la vera qualità dei clienti e quanto porteranno nelle casse di TIM.
De Benedetti mercoledì ha confermato l’intenzione della sua azienda di espandersi in Sud America e in Turchia alla ricerca di nuovi bacini d’utenza vista l’impossibilità di trovare nuova clientela in Italia.
“TIM è costretta a cercare nuovi mercati – commenta Ranieri – e dovrà mettere mano al portafoglio facendo leva sul debito. Ma sarà importante vedere come spenderà questi soldi”.
Anche per Pisilli, “TIM dovrà stare attenta a come e quanto spende, anche perché all’estero e’ poco presente. Infatti, anche se ha dichiarato di avere oltre 20 milioni di utenti all’estero questi non sono clienti propri, ma società in cui ha una partecipazione troppo bassa – aggiunge l’analista di Caboto. In Francia è presente in Bouygues di cui detiene l’11% e in Spagna ha il 20% di Amena. Il problema sta proprio nel fatto che non possiede il controllo di queste aziende e quindi neanche degli utenti. Bisogna stare attenti perché non può permettersi di pagare molto per partecipazioni di minoranza. E’ vero però che salire nel capitale di società europee è difficile, considerato il livello di indebitamento che hanno e che TIM si dovrebbe poi accollare”.
Per gli investimenti in Sud America così come per quelli in altre zone del Mediterraneo, Pisilli auspica una maggiore visibilità dal ritorno degli investimenti perché “non è ben chiaro quando verranno ripagati”.
Il debito con cui TIM ha annunciato che chiuderà il 2001 non preoccupa gli analisti ma nemmeno li esalta: “La creazione di un debito era previsto considerati gli investimenti – commenta l’esperta di Warburg Dillon Read – ma noi prevediamo un dato più basso rispetto ai €4 miliardi ventilato da alcuni. Noi ci aspettiamo un debito intorno ai €2 miliardi”.
Sulla stessa posizione l’analista di Caboto che non si è sorpreso per il previsto debito che però attende “sui €3 miliardi”.
La competitività del titolo TIM pare però essersi ridotta negli ultimi tempi, come si potrebbe dedurre dal giudizio ‘Hold’ (mantenere) con target sul prezzo a €8,2 assegnatole da Caboto. Ma anche le parole di Antonio Ranieri, che pensa che “in questo momento comprare Orange potrebbe essere meglio,” non depongono a favore della creatura guidata da Marco De Benedetti.