TIM è alla prova del mercato all’indomani della pubblicazione dei dati di bilancio per il 2001, peraltro già anticipati dalla società il 12 febbraio scorso.
Sono in crescita sia il titolo ordinario che quello di risparmio, con una notevole vivacità in più per questa seconda tipologia.
Di fatto, il mercato ha verificato che se sull’utile netto i dati sono stati in linea con le attese, con un leggero miglioramento sulle stime per quanto riguarda la sola capogruppo, la vera novità sta nel dividendo.
TIM ha deciso di pagare dividendi superiori a quelli pagati lo scorso anno; per fare ciò ricorrerà anche alle riserve straordinarie.
In questo modo, anche se di poco, si mette in moto un meccanismo che aumenterà il peso del debito all’interno della sua struttura finanziaria.
TIM infatti ha debiti molto bassi (circa €1,5 miliardi a livello di consolidato), e questo non è visto come un fattore positivo.
Va poi considerato che un premio maggiore va anche a benficio dei grossi azionisti, non solo dei piccoli. Si parla dunque essenzialmente di Olimpia e dunque di Pirelli e Edizioni Holding della famiglia Benetton, ma anche IntesaBci e Unicredito.
In ogni caso questa politica del dividendo sta aumentando l’appeal del titolo, e lo riconoscono anche alcuni operatori.
In questo momento il mercato sembra più orientato verso il titolo di risparmio in quanto il dividendo è maggiore.
Il rendimento lordo di una TIM risparmio, al 5,7%, è a questo punto superiore al rendimento lordo di un BTP decennale, che si aggira intorno al 5,2%.
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