TheStreet.com (TSCM – Nasdaq), uno dei siti web specializzati in informazione finanziaria piu’ conosciuti negli Stati Uniti, comincia a vedere la luce alla fine del tunnel.
La societa’ che al momento della quotazione nel maggio del 1999 – grazie al boom di internet – aveva visto il titolo salire fino al prezzo astronomico di $71,25, ha avuto davvero momenti difficili in questi ultimi due anni.
Dopo la scalata alle stelle e’ arrivata la pesante crisi dovuta allo scoppio della bolla dot.com e al doppio crollo di pubblicita’ e del mercato azionario Usa. Corollario: l’azione e’ scesa a picco fino a toccare $0,92 nell’ottobre del 2001.
Il management di TheStreet.com pero’ non si e’ mai perso d’animo e ha continuato a credere fermamente nella qualita’ del prodotto. Soprattutto il business plan e’ stato cambiato nel senso di una maggiore concentrazione sui servizi a pagamento.
Cio’ ha comportato una decisa sterzata nella direzione del contenuto a valore aggiunto e il quasi totale abbandono di quei servizi gratuiti ormai considerati una commodity sulla rete (perche’ reperibili su quasi tutti i siti – a cominciare da Yahoo Finance che e’ la bestia nera dei website di qualita’).
Secondo quanto dichiarato nella relazione alla trimestrale, TheStreet.com ha assunto quattro nuovi analisti per seguire la ricerca sulle small e mid cap dei settori comunicazioni, consumo, tecnologia e biotech. Presto ne saranno aggiunti altri due che seguiranno i titoli finanziari e quelli media.
L’ultima tappa di questo percorso e’ stata raggiunta martedi’ 22 aprile quando la societa’ Independent Research Group, totalmente controllata da TheStreet.com, ha ottenuto l’approvazione da parte della SEC ed e’ stata ammessa come broker-dealer al Nasdaq. Secondo il management, che ha presentato giovedi’ i conti del primo trimestre fiscale del 2003, si tratta di un passo fondamentale verso l’obiettivo del profitto, fissato a budget entro la fine dell’anno.
E’ chiaro quindi che Independent Research Group e’ l’anello mancante sul fronte di ricavi destinato a decidere del futuro sviluppo della societa’.
Il fatturato netto del primo trimestre di TheStreet.com ha raggiunto i $5,5 milioni, con una crescita del 30% rispetto allo stesso periodo del 2002. Le entrate generate dalle sottoscrizioni dei servizi a pagamento sono state pari a $4,3 milioni in aumento del 42%. La pubblicita’ (vendita di banner) costituisce appena un quarto rispetto agli abbonamenti e ha contribuito per $1,2 milioni in aumento del 69% rispetto al 2002 ma in calo del 12% sul trimestre scorso (il mercato dell’advertising stenta a stabilizzarsi e ha risentito della guerra in Iraq).
I costi rimangono comunque piu’ alti dei ricavi con $7,8 milioni in aumento del 4% rispetto al primo trimestre del 2002 e dell’8% sul quarto trimestre dell’anno scorso. Il cash burn, il capitale “bruciato” dalla societa’, una delle misure piu’ seguite nel settore internet, e’ sceso del 58% dai $2,6 milioni l’anno scorso a $1,1 milioni. L’azienda puo’ ancora contare su una liquidita’ netta pari a $28 milioni.
Il risanamento e il focus sui servizi di qualita’ a pagamento hanno fatto si’ che il titolo a Wall Street sia quintuplicato dai minimi dell’ottobre 2001 risalendo ormai stabilmente al di sopra dei $4. Nel caso specifico, gli investitori non hanno mostrato pero’ entusiasmi speciali alla pubblicazione della trimestrale: alla fine della seduta di giovedi’ 24 aprile TheStreet.com (TSCM – Nasdaq) era invariato a $4,70.
E’ chiaro, comunque, che il mercato apprezza gli sforzi compiuti dall’intera squadra guidata dal CEO Thomas J. Clarke, per fare di TheStreet.com un’azienda di informazione finanziaria su internet in grado di guadagnare.