Economia

THE GUARDIAN: RISCHIO TROMBOSI PER CHI VIAGGIA IN AEREO

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(9Colonne) – Londra, 25 set – Secondo uno studio finanziato dal governo inglese e dall’Ue, chi sceglie di volare per spostarsi è tre volte di più a rischio di trombosi venosa rispetto a chi sceglie di rimanere a terra. I più esposti sono i passeggeri che soffrono di una grave forma di obesità, e con una statura fuori dalla media. Secondo quanto riportato dal quotidiano inglese The Guardian, i ricercatori sostengono che il problema si riscontra nella “scomodità” del viaggio in aereo, tant’è che per gli scienziati sarebbe necessario fornire sedili più adatti in modo da prevenire la patologia. Lo studio, che ha seguito quasi 9.000 pendolari per cinque anni, conclude che in media la malattia colpisce un individuo su 4.656 viaggi. “Questo mostra chiaramente che il problema potrebbe essere evitato se i sedili fossero adeguati o se ci fosse più spazio”, ha affermato Suzanne Cannegieter del centro universitario medico de Leida. La Dvt è dovuta a compressione prolungata della vena poplitea, in caso di mantenimento della posizione seduta o accucciata per lungo tempo, che impedisce al sangue di essere rinviato al cuore. I sintomi includono dolore, rossore e gonfiamento della parte. La Dvt uccide intorno al 3% – 5% dei colpiti. I ricercatori hanno esaminato 8.755 dipendenti di grandi compagnie. In cinque anni, 6.440 di loro hanno viaggiato su più di 300.000 voli, mentre il resto non ha volato affatto. La squadra ha registrato tutti i casi di Dvt sia per chi ha volato che per chi non ha volato affatto – 53 in tutto – e ha verificato ed annotato le loro condizioni cliniche. Si è calcolato, dunque, che il rischio di Dvt fra chi vola è, all’anno, del 3.2 su 1.000 persone, mentre per chi non vola è dell’ 1 su 1000. I viaggiatori con altezza superiore alla media sono a rischio 3.6 volte in più rispetto a chi non vola, mentre i più bassi 6.3 volte in più. Un portavoce della British Airways ha affermato: “Consigliamo ai passeggeri di rimanere attivi durante il volo e persino di sviluppare una serie di esercizi che possono essere intrapresi senza lasciare i propri posti”.