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Tesoro emette bond a 1 anno, tasso al 5,95%. Buona la domanda

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(in aggiornamento)

Roma – Il Tesoro italiano ha emesso titoli di stato a dodici mesi, con scadenza il 14 dicembre del 2012, a fronte di una buona domanda e di un rendimento in calo rispetto all’ultimo collocamento.

Esattamente, l’Italia ha emesso bond a un tasso medio pari al 5,95%, più basso rispetto al 6,09% dell’asta precedente. Il bid to cover è stato positivo, mostrando una domanda quasi doppia rispetto all’offerta e attestandosi a 1,9. Secondo gli operatori, il “BOT day” ha sostenuto in modo particolare la domanda.
Complessivamente, a fronte dei 7 miliardi di euro collocati, la richiesta è stata di 13,4 miliardi.

Tuttavia, subito dopo i risultati dell’asta, Reuters ha fatto notare che, al 6% circa, l’Italia continua a spendere molto per i titoli di stato a breve scadenza, esattamente a dodici mesi; e il punto è che il rendimento non è molto lontano rispetto a quello dei bond a dieci anni (che sul mercato secondario ora stanno salendo e si attestano al 6,6% circa, a fronte di un rendimento superiore al 7% dei BTP a cinque anni, che ripropone il fenomeno dell’inversione della curva).

Altri analisti affermano che rendimenti pagati nell’asta (comunque vicino al 6%) “sono proibitivi in un’economia votata a una forte recessione dopo il massacro di Monti”.

Del debito italiano ha parlato anche la BRI – ovvero la Banca dei Regolamenti Internazionali – con toni meno drammatici: a suo avviso, secondo quanto riporta Bloomberg, l’Italia sarà capace di far fronte a un aumento dei costi di finanziamento ancora per qualche anno, visto che la relativamente lunga durata del debito dovrebbe riuscire a mitigare gli effetti di rendimenti a livello record. Partendo da un presupposto di rendimenti decennali al record del 7,48% (quello toccato lo scorso mese), il costo del debito, secondo l’istituto, dovrebbe salire di appena lo 0,95% del Pil nel corso del 2012. Il worst case scenario si avrebbe invece se i costi di finanziamento aggiuntivi superassero il 2% del Pil per tre anni consecutivi.

Ma il mercato dei titoli di stato italiani è ancora molto illiquido: “a un punto di spread con la Germania che i detentori di bond sono disposti a offrire, corrisponde una domanda dei rendimenti di ben 17 punti base da parte dei potenziali acquirenti”.