
Roma – “Non credo che soggetti privati possano valutare emittenti sovrani incidendo cosi’ pesantemente. Ci vorrebbe una agenzia pubblica internazionale. S&P dice che potremmo avere problemi di funding di lungo periodo ma sono loro che abbassando il rating ci tolgono la base di investitori, loro stessi la causa del timore che paventano”. Cosi’ Maria Cannata, dirigente generale capo della Direzione Debito Pubblico del Mef, nel corso di una audizione alla Camera.
La dirigente afferma che il Tesoro continuera’ a stimolare la domanda interna di titoli pubblici e che intanto entro ”marzo, se non entro febbraio sara’ venduto on line il nuovo titolo, e non sara’ un titolo triennale”.
Rispondendo ai parlamentari della Commissione Bilancio della Camera rileva poi che la decisione dell’Eba di valutare mark to market anche il portafoglio investimenti a scadenza ha avuto effetti molto pesanti sul nostro mercato.
E mentre le banche italiane “hanno fatto sistema – osserva – le banche estere hanno venduto: le banche francesi, alcune banche non europee hanno dovuto vendere per evitare problemi con i deregulators e possibili downgrade. Per effetto di questo, “e’ possibile che la componente domestica del debito – aggiunge Cannata – “sia aumentata, ma non credo che si potra’ andare verso una situazione giapponese”. Anche perche’ – conclude – “abbiamo un debito troppo grande per una capacita’ di assorbimento domestico. Questo non vuol dire che il Tesoro rinuncera’ a stimolare la domanda interna”.
Continuando: “la Bce da’ un’informazione scarsa di quello che fa ex post; la settimana successiva dice quanto ha comprato ma non chi e quali scadenze. Sicuramente la Bce e’ intervenuta consistentemente ad agosto e settembre, poi ha ridotto moltissimo. Il quantitativo impegnato e’ cospicuo: sicuramente sopra i 100 miliardi, forse vicino ai 200 miliardi”.