Società

Terrorismo: polemica su “Guantanamo francese per jihadisti”

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PARIGI (WSI) – I tragici attentati di Parigi avvenuti il 13 dicembre scorso hanno scioccato letteralmente il mondo e l’occidente in modo particolare che è stato colpito al cuore dai combattenti dell’ISIS, il sedicente Stato Islamico.  E per arginare il fenomeno terroristico in Francia all’indomani degli attentati nella capitale, il presidente Francoise Hollande aveva chiesto al Parlamento intero di proporre iniziative di legge e idee concrete per combattere il terrorismo.

Tra queste una sta accendendo particolarmente gli animi. Ribattezzata la “Guantanamo alla francese”, la proposta arriva dall’ex ministro del governo di Nicolas Sarkozy Laurent Wauquiez e prevede l’autorizzazione alla detenzione preventiva per soggetti a rischio che sono etichettati con la “fiche S”, la scheda che indica gli individui radicalizzati che sembrano essere vicini agli jihadisti.

La detenzione scatterebbe, secondo la proposta di Wauquiez, sulla base di semplici indizi di colpevolezza, senza che ci sia un regolare e giusto contraddittorio e la difesa degli imputati. Si tratta del primo centro di detenzione per presunti terroristi, unicum in Europea che rispetto però alla struttura detentiva statunitense di massima sicurezza a Cuba, potrebbe accogliere anche cittadini francesi.

Ma come ha reagito l’esecutivo dinanzi alla proposta di Laurent Wauquiez? Per ora il premier Manuel Valls non si sbilancia e non si sa se sia d’accordo o meno con la proposta presentata dal membro dell’opposizione.

In verità la proposta non è del tutto nuova visto che il 24 novembre  scorso il leader di Debout la Fance, Nicolas Dupont Aignan, ha sottolineato l’esigenza di creare una Guantanamo bis nella Guyane frances, sull’isola di Cayenne, per rinchiudervi tutti gli jihadisti di ritorno dalla Siria.

Le reazioni alla proposta shock che arriva dalla Francia non si sono fatte certo attendere. Parla di pessima idea, “una vera e propria sciocchezza” l’ex giudice antiterrorismo, Marc Trévidic, mentre per Anne Giudicelli, specialista del mondo arabo-musulmano, la proposta è “al limite della legalità”.