Società

TERRORISMO: L’ AMERICA PRONTA AD ATTACCARE L’IRAQ

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

George Bush ha deciso di rovesciare il regime di Saddam Hussein. La campagna di bombardamenti a tappeto contro l’ Iraq, col supporto di truppe di terra, durera’ 21 giorni.

Il segretario di Stato, Colin Powell, che era l’unico nell’ambito dell’amministrazione americana ad opporsi all’intervento militare, ha ammesso che il presidente Usa sta per dare il via libera all’attacco contro l’Iraq.

Secondo alcune fonti Powell, che gode del favore degli europei, sarebbe stato in minoranza nel braccio di ferro strategico-militare ingaggiato in seno all’amministrazione con Don Rumsfeld, il ministro della Difesa Usa che guida la compagine dei falchi nella lotta al terrorismo. A Washington e’ perfino circolata voce sulle possibili dimissioni di Powell, mentre chi lo conosce conferma la lealta’ dell’uomo e la predisposizione ad eseguire gli ordini, da vero militare.

La campagna militare contro l’Iraq potrebbe cominciare nel giro di qualche settimana e durerebbe dalle tre alle quattro settimane. Sarebbe sostenuta soltanto dagli Stati Uniti e non dalle forze della coalizione occidentale impegnata nella lotta contro Osama bin Laden e al-Qaeda.

L’ obiettivo di Washington e’ duplice: distruggere gli impianti di produzione di armi chimiche e batteriologiche, quindi deporre Saddam Hussein.

Oltre all’intervento di truppe speciali di terra (la stessa Delta Force che ha operato in Afghanistan) e di bombardamenti chirurgici di missili e aerei, Washington conta anche sull’ appoggio militare a terra di qualche migliaio di curdi a nord e di sciiti a sud. Entrambe le popolazioni sono notoriamente avverse al dittatore iracheno.

Nel frattempo, a conferma di questi scenari, l’ amministrazione Bush avrebbe gia’ chiesto ai gruppi dell’opposizione irachena ‘di prepararsi per un’imminente azione’ che rovesci il regime di Saddam Hussein.

Lo ha scritto oggi il quotidiano ‘al-Hayat’. Gli Usa, sostiene il giornale, ‘stanno tentando di unificare l’opposizione rappresentata dal Congresso Nazionale Iracheno, insieme a ufficiali dell’esercito in esilio e uomini politici indipendenti’. Sarebbe gia’ stata stilata una lista di ministri – incluso ovviamente anche il nuovo presidente iracheno – di un eventuale governo post-Saddam.