Con una diffusione sempre più ampia dei servizi di telefonia su Internet ed un numero di abbonati in continua crescita, gli osservatori delle compagnie di telecomunicazioni iniziano a domandarsi quanto i gestori locali di fonia riusciranno a difendere il loro core-business.
Già oggi società di reti via cavo ed aziende come Vonage, hanno toccato solo la punta dell’iceberg del mercato locale della telefonia, con servizi come il Voip (Voice Over Internet Protocol), rastrellando negli Stati Uniti circa 250.000 clienti. Ma con la diffusione sempre più ampia delle connessioni veloci fra l’utenza residenziale e grandi player come AT&T che offrono i loro servizi di fonia Ip, dirigenti ed analisti vedono una minaccia crescente alle compagnie di telefonia locale, le cosiddette Baby Bells.
“E’ una questione di scelta” spiega John Rego, responsabile finanziario di Vonage “La competizione oggi è sui 187 milioni di allacciamenti telefonici tradizionali, in mano alle Baby Bells ed è su questi che ci stiamo muovendo”. Come è noto i servizi di telefonia Ip convertono in dati il segnale audio della telefonata e lo spediscono a destinazione attraverso Internet, per poi riconvertirlo all’arrivo, nello stesso modo con il quale si invia una e-mail. L’intera procedura, servendosi di network pubblici, è comprensibilmente più economica rispetto al traffico tradizionale, che viaggia su reti proprietarie.
Il meccanismo consente ad esempio a Vonage, spiega un analista, di offrire telefonate illimitate, sia locali che a lunga distanza, per 35 dollari al mese, 20 in meno del un pacchetto analogo fornito da una telecom, è garantirsi ugualmente un ampio margine di profitti. Secondo un sondaggio, commissionato alla società Gallup dagli analisti di Ubs, circa il 34% degli utenti di banda larga, di fronte ad un risparmio anche solo del 20%, sarebbe interessato ad un pacchetto Voip.