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TELEFONICI: ORANGE SECONDA SOLA A VODAFONE

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Per Orange, operatore di telefonia mobile francese, il futuro appare improvvisamente più luminoso dopo i problemi avuti al debutto sul mercato francese nel mese di febbraio.

Le sue azioni, da maggio quotate sul listino principale, gravitano ancora intorno al prezzo del debutto mentre i suoi concorrenti hanno subito forti perdite.

La sue forza, dal brand alle potenziali sinergie con France Telecom che detiene l’85% della società, è stata ampiamente riconosciuta. Ma anche se molti analisti raccomandano l’acquisto del titolo con rating “Buy”, Orange, come i suoi competitors, è esposta agli alti costi e alle incertezze che circondano le telecomunicazioni di terza generazione, l’UMTS.

Perché investire in Orange? “E’ un operatore telefonico con un’impronta europea, attivo in un mercato in espansione, con una sana struttura finanziaria, capace di far fronte agli investimenti e di gestire il rischio” commentano gli analisti della Aurel-Leven in un recente studio.

Dal debutto del 13 febbraio, le azioni Orange sono poco sotto il prezzo pagato dal mercato (€9,5), mentre i competitors europei hanno ceduto molto di più: Vodafone ha perso oltre il 32%, TIM circa il 30% e Telefonica oltre il 20%.

Gran parte degli analisti sono positivi sul titolo e molti lo considerano tra i favoriti subito dopo quello di Vodafone. Tra 18 esperti sentiti da IBES Media Source, nove hanno dato ad Orange un giudizio Buy (acquistare), sei una raccomandazione Strong Buy (acquistare con decisione), uno lo considera Hold (mantenere) e altri due ritengono il titolo Underperform (farà peggio del mercato).

Per quanto riguarda l’obiettivo di prezzo secondo gli analisti di Credit Agricole Indosuez Cheuvreux “il titolo è interessante e il target a 12 mesi è fissato a €13,5”. Un altro analista valuta la società a €12 nello scenario più pessimistico e a €23,8 nel caso si verificasse una ripartenza dei mercati.

Il consenso degli analisti sentiti dall’IBES Media Source stimano che Orange riporterà una perdita netta di €0,16 per azione nel 2001, inferiore rispetto alla perdita di €0,28 per azione registrata nel 2000. Il gruppo conta di arrivare a fare utili dal 2004.

La società francese ha conti migliori rispetto ai concorrenti: il debito netto alla fine del 2000 è stato di €5,04 miliardi contro un fatturato di €12,06 miliardi e utili prima delle tasse e ammortamenti di €1,77 miliardi.

Il mercato telefonico francese è stato aperto alla concorrenza nel 1998 ma il monopolio di France Telecom resiste con il 54% del mercato.
Tra i rischi che possono colpire Orange c’è la forte esposizione sul mercato dell’UMTS e gli alti costi per le infrastrutture. La società è infatti in possesso di 10 licenze per la telefonia di terza generazione in Europa e sta aspettando di concorrere anche per quelle rumena e danese.