Il titolo della scuderia Tronchetti Provera prima festeggia il piano industriale e poi subisce una battuta d’arresto a causa della debolezza del settore telecom.
La scorsa settimana davanti ad analisti e gestori, Marco Tronchetti Provera ha annunciato il piano industriale 2002-2004 del gruppo Telecom Italia. E il piano, a differenza di quanto avvenne durante la gestione Colaninno, è stato accolto con successo dal mercato. Nella giornata di giovedì, infatti, il titolo ha portato a casa un guadagno di circa tre punti percentuali archiviando la seduta di borsa a quota €9,10.
Ridurre il debito consolidato a meno di €15 miliardi, creare un cash flow complessivo di oltre €25 miliardi e ridurre il rapporto debito/mol dall’attuale 1,6 a 1 entro il 2004. Questi gli obiettivi principali che sono stati annunciati dal numero uno della Bicocca.
E il gruppo Telecom si è presentato bene all’incontro con la comunità finanziaria . Dei €5 miliardi di dismissioni previsti per il 2003, infatti, è stato già realizzato circa il 70 per cento, dismissioni che hanno permesso a livello consolidato di realizzare plusvalenze pari a circa €1,5 miliardi. E sono ormai agli sgoccioli, al fine di completare l’operazione di dismissione, le cessioni delle partecipazioni in Telespazio, Telemaco, Telekom Austria e Mobilcom.
Rimarra invariata, invece, la politica di distribuzione dei dividendi.
Tutti obiettivi che secondo gli analisti di primarie sim milanesi possono essere raggiunti. Dei dubbi, comunque, sorgono quando si sente parlare di tassi di crescita di fatturato così aggressivi, una media di circa il 4,5 per cento l’anno.
E per ora l’attenzione di Marco Tronchetti Provera è rivolta proprio alla realizzazione del piano in termini industriali. “Bisogna prima creare valore. Solo così sarà possibile diventare leader sul mercato italiano e su quello Europeo”. Ed è per questo che Telecom Italia investirà entro il 2004 circa €16 miliardi, di cui 7 nei servizi di rete fissa e altri 7 in quelli di rete mobile.
“Quando poi si creeranno le condizioni di stabilità nei mercati e di valorizzazione adeguata degli asset, allora si penserà ad accorciare la catena”.
Venerdì, il titolo ha subito una battuta di arresto, ostacolata dalla solida resistenza statica individuata a quota €9,10. E per sperare in una ripresa delle quotazioni è necessaria proprio una chiusura di seduta al di sopra di tale resistenza. Solo in questo modo, infatti, Telecom potrebbe sferrare un attacco alla resistenza statica e dinamica individuabile a quota €9,50, livello al di sopra del quale sarebbe auspicabile ipotizzare una possibile inversione rialzista di medio-lungo periodo.
Dei seri segnali di pericolo, invece, arriveranno con il cedimento del supporto statico posto in area €8,70, livello coincidente con il 38,2 per cento di ritracciamento del movimento ascendente partito dai minimi di settembre a €6,18; in tal caso per il titolo si aprirebbero margini di discesa prima verso €8,20 e successivamente verso quota €7,70.
Se lo scenario ribassista descritto in precedenza dovesse realizzarsi si potrebbe tentare uno short sul titolo con “entry price” sotto €8,55, “target price” a €8,20 euro e stop-loss sopra a €8,70.
Per assumere posizioni lunghe, invece, sarebbe consigliabile attendere un ritorno dei prezzi al di sopra di €9,50.
(*) Gabriele Petrucciani, analista finanziario indipendente di Milano