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TASSO DI DISOCCUPAZIONE USA IN DICEMBRE + 4,1%

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Il tasso di disoccupazione in dicembre negli Stati Uniti e’ stato registrato, secondo il Ministero del Lavoro, a +4,1%, in linea con le aspettattive, al livello piu’ basso dal 1970.

Il mercato pero’ ha valutato con qualche preoccupazione la creazione di nuovi posti di lavoro, prevista secondo le stime a 240 mila unitĂ , dalle 234 mila del mese precedente. Invece la forte economia Usa ha creato 315.000 nuovi posti di lavoro, quindi ben al di la’ delle aspettative. Cio’ significa che lo sviluppo Usa continua a non mostrare alcune segno di rallentamento. Di conseguenza l’inflazione potrebbe cominciare a fare breccia, a partire dal fronte del lavoro, a livello di paghe e salari, vista la rigidita’ del mercato.

Circa i salari orari, infatti, sono saliti in dicembre di 6 centesimi a $13,46, un’ accelerazione leggermente piu’ forte rispetto alle stime del consensus, che si erano attestate su un incremento di +0,4%. L’incremento ha portato il tasso tendenziale al +3,7%, sugli stessi livelli di ottobre.

Dal commento CABOTO, precedente l’annuncio dei dati:

Dal report che si riferisce al mese di
dicembre, erano attese ulteriori evidenze di forza del mercato del lavoro. Il
numero dei nuovi occupati, in base alle indicazioni provenienti dalle survey
riferite allo stesso periodo e all’accelerazione registrata nella spesa per
consumi, era atteso dal consenso a 240 mila unitĂ , dalle 234 mila del mese
precedente, in aumento rispetto alle 200 mila unitĂ  della media a tre mesi del
periodo settembre-novembre. Il tasso di disoccupazione era previsto stabile al
4,1%, il livello minimo dal gennaio del 1970, mentre dai salari orari si attende
una variazione del +0,4% m/m, ben superiore a quella registrata nel mese di
novembre (+0,1%) che porterebbe il tasso tendenziale dal +3,6 al +3,7%, sugli
stessi livelli di ottobre. Il dato sembra scontato dal mercato (con qualche riserva
probabilmente per il tasso di crescita dei salari per i quali sembra scontato un
aumento attorno allo 0,3%), tuttavia il contesto negativo che prevale sul
mercato azionario dall’inizio dell’anno e i timori circa la possibilità di una stretta
monetaria aggressiva da parte della Fed potrebbero suscitare reazioni nervose
anche in presenza di un dato in linea con le previsioni.