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TASSI USA ED EUROPA: NERVOSISMO & NUVOLE

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(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono scesi sulla scia del mercato statunitense, con lo spread sul 2-10 anni sceso a 12 pb da 19. In assenza di dati macro, la giornata di ieri è stata caratterizzata dall’attesa delle minute della BoE e dall’andamento delle borse.

I membri della banca d’Inghilterra nella riunione di agosto si sono mostrati divisi evidenziando un voto a favore di un rialzo dei tassi, uno di un taglio, mentre i rimanenti sette hanno deciso di mantenere il costo del denaro invariato. Sul monetario le tensioni rimangono elevate con l’Euribor tre mesi pressoché stabile a 4,96%. Nel frattempo la banca tedesca IKB, in forte crisi per le perdite su titoli collegati ai mutui, è stata venduta ad un prezzo non reso noto al fondo di private equity Lone Star, lo stesso che qualche settimana fa aveva acquistato CDO da Merrill Lynch per circa 31Mld$. Sul decennale la resistenza si colloca a 4,20% ed il supporto a 4,06%.

Negli Usa tassi di mercato in calo soprattutto sulla parte a breve termine. I listini azionari hanno chiuso in territorio positivo grazie alla buona performance del comparto energetico, ma nel frattempo è continuato il forte flusso di vendite sui titoli delle agenzie sui mutui Fannie Mae e Freddie Mac che hanno perso oltre il 20% ciascuna. Gli operatori sono sempre più inclini a pensare che il governo Usa sarà costretto ad esercitare parte dei poteri straordinari che il Congresso recentemente gli ha conferito, tra cui anche la possibilità di acquistare azioni delle due agenzie.

Entro la fine del trimestre in corso le due agenzie dovranno rinnovare debito in scadenza per oltre 200Mld$, il che rende ancor più nervosi gli investitori, una volta eliminato anche il divieto del c.d. naked short selling, ossia la possibilità di vendita allo scoperto senza preventiva presa in prestito dei titoli.

L’altro focus degli investitori al momento rimane anche l’andamento di Lehman Brothers. Secondo quanto riportato oggi da FT, agli inizi di agosto vi sarebbero stati contatti con alcuni grossi investitori della Corea del Sud e della Cina per la vendita fino al 50% di azioni della banca Usa. I negoziati non sarebbero poi andati in porto a causa del prezzo elevato richiesto da Lehman.

Il Wsj riferisce inoltre di indiscrezioni secondo cui la Fed lo scorso mese avrebbe chiesto a Credit Suisse dettagli in merito ad una voce di un’imminente cancellazione di una linea di credito della banca svizzera a favore di Lehman, ricevendone una smentita. In questo contesto Stern, membro votante della Fed, ha dichiarato che la banca centrale dovrà essere paziente prima di implementare movimentazioni dei tassi di riferimento, in vista di un calo ulteriore delle pressioni inflattive.

Dal punto di vista macro ribadiamo come il quarto trimestre potrebbe rivelarsi piuttosto critico in termini di crescita. In tale ottica propendiamo per la permanenza di un trend primario ribassista dei tassi. Nel breve supporto sul decennale a 3,75%.

Valute:. Dollaro in deprezzamento dopo il recupero del greggio. Le due variabili continuano a muoversi in modo pressoché simultaneo. Nel breve la prima resistenza si colloca a 1,4830 e successivamente 1,4920. Il calo dei listini azionari asiatici ha fortemente favorito l’apprezzamento dello Yen. Verso Euro il cross si è riportato in prossimità del supporto 160,90. Per oggi la resistenza di riferimento si colloca a 162,60. L’apprezzamento è avvenuto anche verso Dollaro con il cross che si è avvicinato al supporto 108,37. La resistenza si colloca a 110,70 circa.
Materie Prime: torna a salire il prezzo del greggio Wti dopo un temporaneo calo subito dopo i dati sulle scorte Usa che hanno evidenziato un forte rialzo delle giacenze di greggio, ma anche un contemporaneo forte calo di quelle di benzina. Il rialzo è stato favorito anche dal deprezzamento del Dollaro e dalla conferma di Goldman Sachs dell’obiettivo a fine anno di 149$/b. Lievi ribassi per i metalli preziosi. Negativi i metalli industriali guidati dal calo del piombo (-1,7%) dopo che l’International Lead and Zinc Study Group ha segnalato un aumento del surplus di produzione nel primo semestre rispetto all’anno scorso (41.000 ton vs 8.000). Tra gli agricoli positivi grano (+3,5%), soia (+2,1%) e mais (+1,9%) a causa dell’incertezza causata dai ritardi nella semina del raccolto Usa ed attese di maggiore domanda estera.

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