I tassi d’interesse dei Fed Funds potrebbero scendere ulteriormente.
Irwin Kellner, professore di economia dell’universita’ Hofstra, pensa che sei riduzioni consecutive – messe in atto dal gennaio 2001 dalla Federal Reserve – non siano da sottovalutare, ma prevede comunque nuovi interventi di allentamento della politica monetaria come misura di sicurezza.
Greenspan potrebbe non solo assicurarsi che l’economia risponda con un nuovo taglio, ma addirittura con due.
Ci sono infatti tre canali attraverso i quali la politica monetaria influenza l’attivita’ economica interna: il mercato azionario, quello obbligazionario e quello del cambio internazionale.
In passato questi mercati finanziari hanno aiutato la Fed ad ottenere l’obiettivo prefissato, ma questa volta non hanno risposto.
Il mercato azionario e’ piu’ basso ora di quando la Fed ha iniziato a tagliare i tassi a causa della sovvravalutazione e dei timori sugli utili aziendali.
I tassi obbligazionari, che di solito si muovono nella stessa direzione dei tassi a breve termine manipolati dalla Fed, stanno invece risentendo dei timori inflazionistici e i bond a 30 anni sono quasi 20 punti base in piu’ dell’inizio di gennaio.
Il dollaro, poi, ha raggiunto i livelli massimi degli ultimi 16 anni.
Secondo Kellner si potrebbe parlare di un effetto Winston Churchill: l’economia americana e’ in pessima forma, ma poiche’ le altre economie stanno peggio, attrae fondi stranieri.
I consumatori stanno quindi cedendo alla pressione creata dalla perdita di posti di lavoro e dal costo del credito e se la spesa al consumo peggiorasse la recessione sarebbe certa.
Greenspan, quindi, non dovrebbe correre rischi e decidere per nuovi tagli, piu’ di uno.