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TASSI USA ALL’ 1.75% PER LA FINE DI QUESTO SEMESTRE

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*Questo documento e’ stato preparato da MPS Capital Services ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori e clientela professionale ai sensi dell’allegato n.3 al
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di WSI.

(WSI) – Oggi in area Euro sono attesi il dato finale del PMI manifatturiero di febbraio e il tasso di inflazione che dovrebbe confermare il dato di gennaio. In settimana l’attenzione principale sarà focalizzata sulla riunione della Bce. Negli Usa settimana densa di dati macro tra cui quelli sul mercato del lavoro di venerdì. Inoltre saranno molto numerosi gli interventi di diversi esponenti della Fed.

Tassi di Interesse: venerdì in area Euro i tassi di mercato sono scesi sulla scia del forte calo dei mercati azionari. Lo spread 2-10 è rimasto stabile a 73pb con il tasso a 10 anni tornato sotto il 4%. Sul fronte macro, la fiducia dei consumatori della zona è scesa ai minimi dal 2005 a causa dei continui aumenti dei prezzi dei generi alimentari e del petrolio. In Italia la crescita del 2007 si è attestata all’1,5% dall’1,8% (rivisto dall’1,9%) del 2006. La revisione al ribasso del 2006 è da attribuire ad peggioramento dei consumi, mentre nel 2007 si è assistito ad una forte penalizzazione degli investimenti e ad un ulteriore ridimensionamento dei consumi. Lo spread sul decennale Italia Germania è salito a 44pb, mentre fra Grecia e Germania a 45 pb, a conferma della continua preferenza degli investitori per i paesi core. Sul decennale il primo supporto si colloca a 3,82% ed il secondo a 3,78%, mentre la resistenza passa per 4%.

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Negli Usa forte calo dei tassi di mercato in conseguenza delle pesanti perdite del mercato azionario, dopo indicazioni non positive sul settore manifatturiero e le stime degli analisti di Ubs di perdite nel settore finanziario fino a 600Mld$. Gli operatori temono dati macro non positivi già questa settimana, in particolare con riferimento ai due principali indici anticipatori pubblicati dall’ISM. I timori sulla crescita si stanno riflettendo in diversi paesi, in livelli record del costo della protezione contro il rischio default nel mondo corporate. Allo stesso tempo l’aspettativa è che la Fed sarà maggiormente concentrata sul rischio crescita, tollerando nel frattempo spinte inflattive crescenti. Di conseguenza si registra un forte flusso di acquisti sul comparto delle materie prime come protezione contro il rischio inflazione.

Diversi esponenti della Fed, tra cui Poole lo scorso venerdì, hanno rimarcato in più occasioni la necessità di un rapido rialzo dei tassi quando l’economia darà sintomi di recupero, evitando l’errore del 2003-2004, quando i tassi furono mantenuti all’1% per un anno. Per ora le aspettative degli operatori si stanno spostando verso l’ipotesi dell’1,75% a fine semestre. Per oggi il supporto chiave sul decennale è rappresentato dal 3,5%. Un dato Ism manifatturiero sensibilmente sotto le attese potrebbe rapidamente portare i tassi su livelli più bassi.

Valute: continua il deprezzamento del Dollaro verso Euro sulla scia di timori più accentuati di rallentamento dell’economia Usa. Nel frattempo si registra un incremento delle posizioni nette lunghe di Euro degli operatori speculativi, che rimangono però ancora ben lontane dai massimi storici, lasciando pertanto altro spazio all’apprezzamento dell’Euro. La prima resistenza si colloca nel range 1,5230/1,53. Primo supporto a 1,5130. Forte apprezzamento dello Yen vs le principali valute su aumento delle tensioni nei mercati finanziari globali. Ogni volta che le tensioni aumentano in modo sostanziale, si verificano forti acquisti di Yen sul mercato in seguito alle chiusure di posizioni di carry trading. Il forte calo del listino azionario giapponese ha portato il cross vs Dollaro in prossimità dei minimi del 2005. Il livello di supporto si colloca in area 102-101,68. La resistenza a 105. Gli speculatori continuano a mantenere posizioni combinate nette lunghe in Yen, anche se nell’ultima settimana sono state lievemente ridotte.

Materie Prime: il prezzo del greggio Wti ha lievemente corretto dopo il nuovo record oltre i 103$/barile, mantenendosi comunque in prossimità dei valori massimi. Forte attesa per la riunione dell’Opec che si terrà questa settimana il 5 marzo. In calo i metalli industriali guidati dal piombo (-2,2%) su segnali di rallentamento negli Usa. In controtendenza il nichel (+1,3%). La debolezza del Dollaro ha spinto il prezzo dell’oro ad un nuovo livello record. Il traguardo dei 1000$/oncia si avvicina sempre più. L’argento è salito sui massimi da 27 anni. Tra gli agricoli rialzo della soia (+1,6%) su previsioni di forte domanda cinese. In crescita anche lo zucchero (+1,3%) dopo che Bernanke si è espresso a favore di una riduzione dei dazi sull’etanolo importato dal Brasile. Crollo del grano (-8,2%) su attese di aumento dei terreni destinati a tale raccolto nel mondo.

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