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TASSI: SE IL RIALZO TARDA, RISCHIO DI UNO SHOCK

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L’ Europa preme sugli Usa, per un aumento dei tassi che consenta un riequilibrio delle economie delle due aree. Il rischio è che, se un ritocco arriverà troppo tardi, il mondo e in particolare i paesi emergenti possano aver accumulato troppa liquidità. E in questo caso lo shock sarà più forte.

Il tema del differenziale di crescita tra il vecchio continente e gli Stati Uniti, e soprattutto il ruolo che su questo fronte potrebbe giocare una stretta sul credito da parte degli Usa, è il piatto principale del summit di primavera delle riunioni del G8 e del Fondo Monetario Internazionale.

I paesi europei arrivano a Washington con la richiesta agli Usa di intervenire sui propri tassi. Il dollaro è ora ad un livello accettabile, ma il riequilibrio, ora, deve invece riguardare le economie dei due continenti. La lettura fatta dagli europei è che dopo Boca Raton si sia raggiunto un importante risultato sui cambi, ora in maggiore equilibrio. Ma per quanto riguarda l’ economia – come certificato dall’ Outlook del Fmi- il divario, lo squilibrio tra Usa ed Europa è aumentato.

“Si sono persi altri due mesi – affermano fonti del G7 – con una crescita che negli Usa è diventata ancora più sostenuta. Anche i mercati condividono il fatto che con tassi così bassi rimane molta liquidità nel mondo e soprattutto nei paesi emergenti. E, più è ampia la liquidità, più sarà forte lo shock”. Da parte dell’ Europa arriva allora una richiesta agli Usa di “politiche meno espansive”. Certo sul tappeto c’é anche il tema dei tassi europei. Ma gli Stati Uniti non sembrano essere molto convinti che questa sia una leva per smuovere il pachiderma del Vecchio Continente.

A “pesare” sull’ economia dell’ Europa, più che i tassi di interesse, sono i “fondamentali”, i laccioli di riforme strutturali ancora a metà del guado. Prudente su ogni possibilità di intervento del del resto anche il presidente della Bce, Jean Paul Trichet. “Non segnaliamo una tendenza, ma teniamo aperte tutte le opzioni, senza escluderne alcuna”, ha detto parlando di tassi, spiegando che la banca “é neutrale”, ma “desiderosa di analizzare attentamente i nuovi fatti e i nuovi dati, incorporandoli nelle sue analisi”.

Trichet ha parlato a Washington anche del Patto di Stabilità. “E’ vivo e vegeto e sarebbe quindi certamente sbagliato dichiararlo morto”, ha detto. “Riteniamo tuttavia che, senza cambiare le parole del patto, sarebbe possibile migliorare la sua implementazione”. Così si potrebbero “analizzare meglio gli squilibri strutturali” e rafforzare gli incentivi per politiche fiscali virtuose nei periodi di crescita economica.

Alle riunioni del fondo, invece, il braccio di ferro tra euro-dollaro sembra aver perso smalto. La valutazione che emerge sull’ attuale concambio è positiva. L’ obiettivo di Boca Raton é stato raggiunto. Il dollaro ha perso leggermente quota e poi si è stabilizzato ad un livello considerato appropriato. Inoltre si intravedono i primi segnali di una svolta anche sul problema della maggiore flessibilità dei cambi di alcuni paesi orientali.