*Antonio Cesarano e’ il Responsabile Desk Market Research di MPS Finance. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.
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(WSI) – Il report della Commodity Futures Trading Commission (CFTC) di questa settimana è stato effettuato sulla base delle
rilevazioni al 15 febbraio, ossia la giornata antecedente l’audizione di
Greenspan al Senato. Gli operatori in media hanno presentato (in termini aggregati) posizioni
nette lunghe di bond e lunghe di Dollaro verso Euro e Yen.
Considerazioni su tassi e forex alla luce del CFTC.
Dopo l’audizione di Greenspan il movimento più marcato ha interessato il
mercato obbligazionario, che ha registrato un rialzo dei tassi (da 4,10 a
4,25% sul segmento decennale) sia negli Usa che in Europa, con un movimento
pressoché parallelo sulla parte a lungo termine. La curva ha registrato un
lieve irripidimento. Sul mercato forex, invece, sia cross Euro Dollaro che Dollaro Yen sono
rimasti sotanzialmente sui valori massimi registrati il 15 di febbraio
(rispettivamente 1,305 e 105,35).
In sostanza, osservando il posizionamento degli operatori prima
dell’audizione di Greenspan insieme con il successivo andamento di mercato,
si possono trarre alcune considerazioni.
Al rialzo dei tassi ha contribuito (pur non rappresentandone verosimilmente
il driver principale) anche il rientro delle posizioni nette lunghe
soprattutto sul segmento decennale Usa. Il discorso di Greenspan e il successivo forte dato sul Ppi hanno rappresentato i fattori
determinanti per innestare il movimento al rialzo dei tassi. In termini
assoluti questi si sono ricollocati negli Usa in prossimità del 4,25%, ossia il
valore medio registrato dal gennaio del 2004 ad oggi.
Il movimento è stato parallelo in Europa, verosimilmente a causa dell’attesa
di corpose aste attese questa
settimana sul tratto al lungo termine nel vechio Continente (7Mld di bund decennale il prox mercoledì + circa 3Mld del
nuovo 50 anni francese + aste medio lungo termine Italia).
Il mercato obbligazionario ha risentito del richiamo di Greenspan sul fatto
che i tassi di mercato rappresentano “un enigma”, considerando il fatto che
hanno seguito un trend discendente malgrado un rialzo dei tassi da parte
della Fed di 150bps dallo scorso mese di giugno.
Allo stesso tempo però il capo della Fed non ha dato l’impressione di
essere pronto ad abbandonare l’approccio graduale. Il differenziale dei
tassi Europa/Usa, pertanto, potrebbe registrare un allargamento altrettanto
graduale e non brusco. Presumibilmente è stato soprattutto questo il mover
che ha invece influenzato il mercato forex.
Gli interrogativi che rimangono aperti sono allora 2, e in questa sede
proviamo a fornire una sintetica risposta: 1) il rialzo dei tassi di
mercato può essere considerato il preluidio di un movimento più marcato?;
2) perchè gli operatori speculativi continuano ad aumentare il
posizionamento lungo di Dollaro verso Euro e Yen?
1) Sul primo punto alcune brevi considerazioni su cui ci soffermeremo più a
lungo in altra sede: dopo il discorso di Greenspan continuiamo a ritenere
che l’approccio graduale di politca monetaria dovrebbe permanere almeno
questo semestre, con possibilità di arresto della fase di rialzo dei tassi
nella seconda parte dell’anno laddove i segnali di rallentamento pervenuti
dai principali indicatori anticipatori (Ism, leading indicators, aspetttave
dei consumatori) si materializzeranno.
Di conseguenza è verosimile
immaginare anche un’altrettanto graduale fase di rialzo dei tassi di
mercato. La gradualità di tale fase potrebbe ancora mantere piuttosto alta
l’appetibilità verso la parte a lunga. Di conseguenza i movimenti di
steepening al momento sono da considerarsi ancora fasi temporanee.
Ciò nonostante occorre comunque fare attenzione ad alcuni momenti in cui la
sensazione di una Fed più aggressiva potrebbe prevalere anche se solo
temporanemanete. Ci riferiamo, ad esempio, al prossimo mercoledì dove vi sarà
la pubblicazione del cpi di gennaio e delle minute del fomc del 2 febbraio.
Da quest’ultimo report potrebbe emergere in modo più evidente quella parte
del board propensa ad accelerare la fase di rialzo dei tassi.
E’ pur vero che i prezzi alla produzione (soprattutto quelli core) hanno
registrato un incremento piuttosto marcato. Al momento però riteniamo che
le aziende potrebbero ancora essere riluttanti a riversarli sui consumatori
finali (pena perdita di quote di mercato) accettando piuttosto di ridurre i
margini di profitto che stazionano mediamente su livelli elevati. Pertanto la fase di rialzo potrebbe al momento essere confinata al 4,30% in
termini di tasso decennale. L’eventuale superamento di tale livello
richiederebbe un dato sul cpi davvero molto forte, soprattutto nella parte
core.
2) Per quanto concerne il forex, presumibilmente il timore degli operatori
speculativi (maggiormente propensi a sposare posizioni lunghe di dollaro
verso Euro e Yen) è legato al possibile maggior peso del differenziale di
crescita Usa vs. Europa e Giappone dopo i recenti delundenti dati sulla
crescita delle ultime due aree citate.
Inoltre la pubblicazione delle
minute del 2 febbraio potrebbe rimettere in discussione l’approccio
graduale implicitamente confermato da Greenspan, sebbene l’opinione del
capo dela Fed rivesta un peso notevole (primus inter pares secondo un
senatore intervenuto nel corso dell’audizione).
Questi fattori spiegano al momento la difficoltà manifestata nel
superamento della soglia di 1,31, ossia la parte alta del trading range che
ha interessato la seconda parte di gennaio. Pertanto sussitono ancora i fattori che potrebbero portare ad un temporaneo
rafforzamaento del Dollaro verso Euro. Ribadiamo, però, che si dovrebbe
trattare di una fase temporanea, in quanto continua a permanere il
trend primario di deprezzamento del biglietto verde.
L’obiettivo di questa
fase temporanea potrebbe ravvisarsi nel range 1,25-1,27. Presumibilmente
l’approccio graduale della fed potrebbe essere anche funzionale a sfruttare
ancora nel 2005 l’arma della debolezza del cambio per supportare la
crescita economica interna. Se i dati macro in pubblicazione questa settimana dovessero soprendere in
negativo (in particolare la fiducia dei consumatori e gli ordinativi di
beni durevoli) si potrebbe assitere ad un supramento di quota 1,31, e alla conseguente ripresa del trend primario di deprezzamento.